Target storico per l’Euro/Dollaro, il cambio raggiunge la parità, quali prospettive ora?

12 Luglio 2022

Ultimo Aggiornamento: 13 Settembre 2023

Per la prima volta da vent’anni, l’euro ed il dollaro sono vicinissimi alla parità.

Il principale cambio valutario ha fatto registrare questa notte nuovi minimi toccando quota 1.0005; la giornata di ieri si era chiusa a 1.0039 mostrando un calo dell’1.25%.

L’inflazione sempre più in aumento, una revisione al ribasso delle stime di crescita per questo anno e le preoccupazioni legate ad un stop del gas russo verso il vecchio continente sono le ragioni alla base del rafforzamento del dollaro nei confronti della divisa europea.

L’aumento dei tassi d’interesse messo in atto della Fed, in questo momento più libera di agire, rende inoltre più appetibile il debito Usa rispetto a quello europeo, la cui politica ha invece le mani legate stretta tra le tensioni geopolitiche ed un inflazione non dettata dalla domanda (come in USA) ma dalla carenza di materie prime.

La debolezza dell’euro potrebbe favorire ora le esportazioni verso gli Stati Uniti ma fa aumentare ulteriormente il costo dell’energia che importiamo e paghiamo in dollari.

Da un punto di vista grafico possiamo osservare come la debolezza sul cross Eur/Usd vada avanti ormai da due settimane.

Nella nostra passata video analisi avevamo ipotizzato uno scenario short per l’euro dollaro associato alla formazione di 3 massimi consecutivi crescenti che in analisi tecnica costituiscono un pattern ribassista ad alta valenza statistica chiamato “ three little indians”.

La successiva rottura al ribasso di quota 1.057, avvenuta il 28 giugno scorso, ha poi dato il là alle vendite con il mercato che è sceso di circa il 5%.

Visto il contesto macroeconomico, destinato a non subire grosse modifiche nel breve, riteniamo che la debolezza dell’euro possa perdurare anche nei prossimi mesi.

Con il cambio vicino alla soglia psicologica della parità, gli scambi incentrati sulla base del canale di trend e complice l’attuale situazione di ipervenduto, potremmo assistere ora ad una frenata delle vendite associata ad un recupero; attenzione però perché il rischio che nuovi eventuali breakout dei minimi possano non trovare opposizione è concreto e per tale ragione sconsigliamo di cercare in questo momento acquisti sui  minimi.

Peraltro i tempi per un’inversione di tendenza sembrano ancora prematuri.

Solo in caso di recupero di area 1.025, livello mediano dell’attuale canale ribassista, sarà lecito attendersi un rialzo più sostenuto, ma a quota 1.038 segnaliamo una forte area resistiva dove avremo occasioni lato short.

Per un miglioramento del quadro tecnico e per alimentare un nuovo movimento direzionale al rialzo servirà la rottura dell’attuale canale ribassista associata al recupero, confermato in chiusura settimanale, di quota 1.078.

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