Dax: il rimbalzo è solo temporaneo?

Seduta caratterizzata da forti rialzi ieri per le borse europee che hanno tirato un sospiro di sollievo dopo le vendite dei giorni precedenti.

Il futures sul Dax con scadenza marzo 2022 ha fatto registrare un balzo in avanti di oltre i 2 punti percentuali, chiudendo le contrattazioni a 15.453 punti.

A livello macroeconomico la giornata di ieri è stata movimentata dalla riunione della Fed.

Il presidente Jerome Powell ha affermato che con il mercato del lavoro forte ed un tasso di inflazione molto al di sopra dell’obiettivo del 2%, sussistono le condizioni per dare il via al rialzo dei tassi già a marzo.

L’economia a stelle e strisce non ha più bisogno di una politica monetaria accomodante e gli acquisti di titoli saranno azzerati.

Non è stato però previsto un piano preciso per il rialzo dei tassi, la Fed è consapevole di navigare in un contesto di incertezza fra inflazione, crescita economica e nuove varianti covid. Powell ha precisato che la banca americana si muoverà con grande cautela, prestando molta attenzione al contesto macroeconomico e pandemico.

Dopo il recente sell off il quadro tecnico ed operativo sul Dax si è notevolmente indebolito, anche se il supporto a 15.000 punti è riuscito al momento a sostenere il mercato lasciando aperta la possibilità di assistere ad una ripresa dei corsi nel medio e lungo termine.

Il rimbalzo di ieri si è arrestato esattamente sulla resistenza, più volte segnalata nelle precedenti analisi, a 15.450 punti, il cui recupero avrebbe riportato una ventata di ottimismo fra i compratori.

Al momento della scrittura il mercato sta scambiando sui livelli di chiusura di ieri ma nella notte ha fatto registrare un minimo intorno quota 15.000 punti.

La volatilità resta quindi elevata, segno di un’incertezza globale a livello macroeconomico e pandemico, complice anche il rialzo del petrolio e delle materie prime.

A livello operativo ci attendiamo in questo momento una fase di consolidamento prima di un nuovo movimento direzionale, con le quotazioni che potrebbero restare contenute nel range compreso tra 15.580 e 14.900 punti.

Occhio però alla chiusura odierna, poiché in caso di recupero dei livelli di apertura il Dax disegnerebbe una candela resistiva di tipo “hammer” associata al test dei minimi settimanali e che dovrebbe essere intesa come primo segnale di ottimismo.

Se a seguito di tale scenario il mercato riuscisse poi a superare i massimi del 24 gennaio scorso, assisteremmo al completamento di un modello a doppio minimo decrescente di implicazione rialzista.

Fino a quel momento è preferibile operare in intraday piuttosto che multiday, sfruttando eventuali strutture di accumulazione lato long fino a quota 15.500, dove invece eventuali strutture distributive dovrebbero agevolare un’operatività short con obiettivo il retest di quota 15.200 in prima battuta.

In caso invece di nuova debolezza monitoreremo le chiusure settimanali poiché una close sotto i 14.900 punti decreterebbe un’inversione di tendenza più ampia associata allo stop degli acquisti nel breve.

In caso di recupero di quota 15.600, confermato in chiusura giornaliera, attendiamoci invece un’estensione del recupero in prima battuta a 15.900 ed in estensione a quota 16.100 punti.

Vediamo di seguito un’operazione effettuata ieri da uno dei nostri trading system automatici sul Future Dax.

L’algoritmo è entrato in acquisto in apertura di sessione cash a quota 15.286, l’operazione è stata liquidata nel pomeriggio vicino la resistenza a 15.450 punti; il gain complessivo è stato di 3.900 €.