USA: segnali contrastanti da inflazione e mercato del lavoro
di: Filippo Giannini 10 Novembre 2025 10:19

University of Michigan: fiducia ai minimi da giugno 2022
La lettura preliminare dell’indice di fiducia dei consumatori dell’Università del Michigan (UoM) per novembre è scesa a 50,3 punti, ben al di sotto delle attese del consenso (54,2) e della precedente rilevazione di 53,6.
Si tratta del livello più basso dal giugno 2022, a conferma di un crescente pessimismo tra le famiglie americane.
Le aspettative d’inflazione hanno mostrato un quadro misto:
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le attese a un anno sono salite lievemente al 4,7% (da 4,6%),
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mentre quelle a lungo termine sono scese al 3,6% (da 3,9%).
L’indice delle condizioni economiche correnti ha registrato un crollo da 58,6 a 52,3 punti, toccando un nuovo minimo storico, mentre l’indice delle aspettative future è sceso da 50,3 a 49,0.
Il report ha attribuito la flessione della fiducia principalmente a:
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un calo del 17% nella percezione delle finanze personali attuali,
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e a una riduzione dell’11% nelle aspettative per le condizioni economiche del prossimo anno.
Anche le preoccupazioni per un prolungato shutdown del governo federale hanno contribuito al peggioramento del sentiment.
Curiosamente, i consumatori con maggiore esposizione ai mercati azionari hanno mostrato un miglioramento nella fiducia, segno che il buon andamento di Wall Street ha compensato in parte il deterioramento del quadro macro per le fasce di reddito più elevate.
Nel complesso, i dati evidenziano una crescente divergenza di fiducia tra famiglie a basso e alto reddito — un chiaro segnale di “ripresa a K” dell’economia statunitense.
New York Fed: aspettative d’inflazione in calo, ma peggiora la fiducia delle famiglie
Il Sondaggio di ottobre della Federal Reserve di New York sulle aspettative dei consumatori ha mostrato un raffreddamento delle attese d’inflazione a breve termine:
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la stima mediana a un anno è scesa al 3,2% (da 3,4%),
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mentre le aspettative a tre e cinque anni sono rimaste stabili al 3,0%.
L’incertezza percepita sull’inflazione e le aspettative sui prezzi delle abitazioni sono rimaste invariate, con queste ultime al 3,0% per il quinto mese consecutivo.
Sul fronte del mercato del lavoro, i risultati sono contrastanti:
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le attese di crescita dei salari a un anno sono salite al 2,6% (da 2,4%),
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ma la quota di intervistati che prevede un aumento del tasso di disoccupazione nei prossimi 12 mesi è cresciuta per il terzo mese consecutivo.
La percezione del rischio occupazionale si è leggermente ridotta: la probabilità media di perdere il lavoro nei prossimi 12 mesi è scesa al 14,0% (da 14,9%). Tuttavia, le aspettative di trovare un nuovo impiego in caso di licenziamento sono diminuite al 46,8% (da 47,4% a settembre).
Conclusioni
I dati macro diffusi tra Michigan e New York Fed rafforzano la narrativa di un’economia americana sempre più polarizzata:
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le famiglie più abbienti, sostenute dal rally azionario e da solidi asset finanziari, mantengono fiducia e capacità di spesa;
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i nuclei a reddito medio-basso invece mostrano crescente preoccupazione per l’inflazione e la stabilità occupazionale.
Per la Federal Reserve, il quadro resta complesso:
l’inflazione percepita mostra segnali di discesa, ma la fragilità del sentiment e il calo della fiducia rischiano di frenare i consumi nel 2025, ponendo un dilemma tra sostegno alla crescita e contenimento dei prezzi.
In sintesi, la dinamica delle aspettative suggerisce che, anche in presenza di tagli ai tassi, il clima di fiducia dei consumatori rimane vulnerabile, con effetti potenzialmente ritardati sulla domanda interna.
Informazioni sull'autore: Filippo Giannini
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