I prezzi del petrolio non accennano a diminuire, sostenuti dall’acuirsi del conflitto aereo tra Israele e Iran e dall’incertezza sul possibile coinvolgimento degli Stati Uniti, che alimentano i timori su una possibile riduzione dell’offerta nelle prossime settimane.
Il Brent ha chiuso la seduta con un incremento di 2,49 dollari (+3,27%), attestandosi a 78,74 dollari al barile: si tratta del livello di chiusura più alto dal 22 gennaio.
Il WTI con consegna ad agosto ha guadagnato invece lo 0.44% fermandosi a 73.88 dollari al barile, dopo il rollover dal contratto Luglio che ha chiuso invece la giornata a 75.80 dollari; i volumi di scambio sono rimasti contenuti a causa della festività federale statunitense del Juneteenth.
La situazione in medio oriente potrebbe limitare le forniture di greggio
Il quadro geopolitico si è ulteriormente complicato in medio oriente.
Israele ha colpito obiettivi nucleari sul territorio iraniano, mentre Teheran ha risposto con un’offensiva a base di missili e droni in seguito a un attacco notturno che ha colpito un ospedale israeliano. Al momento, nessuna delle due parti sembra intenzionata a una de-escalation del conflitto.
La Casa Bianca ha reso noto che il Presidente Donald Trump prenderà una decisione sull’eventuale coinvolgimento degli Stati Uniti entro le prossime due settimane.
La tensione è ulteriormente alimentata dal ruolo strategico dell’Iran, terzo produttore dell’OPEC con circa 3,3 milioni di barili di greggio al giorno. Un’interruzione dell’export iraniano avrebbe conseguenze rilevanti su scala globale, soprattutto per i flussi che attraversano lo Stretto di Hormuz — un passaggio cruciale al largo della costa meridionale dell’Iran, da cui transitano tra i 18 e i 21 milioni di barili al giorno di petrolio e derivati.
Analisi future WTI – 20-06-2025
Nell’analisi di lunedì scorso su questo mercato, avevamo scritto che avremmo potuto assistere nel prosieguo della settimana a nuovi acquisti con target sulla resistenza a 76 dollari.
Come possiamo vedere dal grafico a time frame giornaliero tale livello è stato raggiunto nella giornata di ieri, con un massimo che si è attestato a 77.58 dollari.
Dopo il rollover sul nuovo contratto agosto, dove si registrano ora prezzi inferiori rispetto a luglio e in accordo con una generale struttura anomala in backwardation sulle scadenze future (in generale i futures su WTI presentano una struttura opposta, ovvero in contango, dove le scadenze più lunghe quotano a prezzi più alti poiché inglobano costi di emissione dei derivati e costi di immagazzinamento dell’asset reale), riteniamo che ora il mercato sia ad un bivio piuttosto importante.
Per attendersi un’estensione del recente rally l’area da monitorare è la resistenza a 75.20 dollari sul contratto agosto; un breakout al rialzo di tale livello spingerebbe il mercato nuovamente verso la resistenza a 77.50 dollari, il cui breakout produrrebbe con tutta probabilità un importante accelerazione verso area 80 dollari.
Sul fronte opposto il primo livello chiave da monitorare è ora il supporto a quota 73 dollari, il cui breakout al ribasso produrrebbe un test di quota 71 dollari; per osservare però un’inversione di trend più marcata sarà necessaria una discesa sotto quota 70 dollari.
Informazioni sull'autore: Filippo Giannini
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