Prezzo del petrolio stabile vicino ai massimi di sette settimane
di: Alessio Moretti 11 Giugno 2025 10:57

I prezzi del petrolio si mantengono sui massimi di oltre un mese, nonostante una lieve flessione nella sessione di martedì.
Il Brent ha chiuso la giornata a 66,59 dollari al barile, in calo di 52 centesimi (-0,77%), mentre il WTI ha perso 60 centesimi (-0,92%), fermandosi a 64,74 dollari. La giornata di ieri ha segnato comunque un picco per entrambi i benchmark, con il Brent ai massimi dal 22 aprile e il WTI ai massimi dal 3 aprile.
Arabia Saudita e OPEC+: segnali contrastanti sull’offerta
Sul fronte dell’offerta, le raffinerie cinesi riceveranno a luglio circa 47 milioni di barili di greggio saudita, un milione in meno rispetto a giugno. Si tratta di un’indicazione della volontà di Aramco di ridurre leggermente le forniture, forse in risposta al contesto geopolitico e alle strategie dell’OPEC+.
Il cartello OPEC+, dal canto suo, ha confermato per luglio un aumento della produzione pari a 411.000 barili al giorno, segnando il quarto mese consecutivo di graduale allentamento dei tagli decisi in precedenza per sostenere i prezzi.
Produzione USA: verso una battuta d’arresto?
Secondo l’ultimo rapporto dell’EIA (U.S. Energy Information Administration), la produzione americana di greggio è destinata a calare nel 2026, scendendo a circa 13,37 milioni di barili al giorno rispetto ai 13,42 milioni stimati per il 2025. Si tratterebbe della prima contrazione annuale dalla crisi pandemica del 2020–2021. La causa principale? Il rallentamento delle trivellazioni, dovuto a prezzi più bassi delle materie prime e ad aspettative meno favorevoli.
Questa tendenza mette in discussione la sostenibilità a lungo termine della cosiddetta “rivoluzione dello shale oil”, che da quasi vent’anni sostiene la produzione statunitense. A rafforzare queste preoccupazioni contribuiscono anche le recenti mosse dell’OPEC+ e l’incertezza economica globale alimentata dalle politiche commerciali instabili degli Stati Uniti.
Il numero di impianti di perforazione attivi negli USA è sceso a 442, con un calo di nove unità in una sola settimana e ben 50 in meno rispetto all’anno precedente, secondo i dati diffusi da Baker Hughes.
Previsioni EIA: consumi rivisti al ribasso, output globale in crescita
L’EIA ha aggiornato anche le sue stime per il consumo mondiale di petrolio nel 2025, riducendole di circa 200.000 barili al giorno, a 103,5 milioni, a causa di una domanda più debole nei paesi sviluppati.
Per quanto riguarda i prezzi, il Brent è previsto in media a 65,97 dollari quest’anno, in discesa a 59,24 dollari nel 2026. Il WTI seguirà un andamento simile, con una media attesa di 62,33 dollari nel 2025 e 55,58 dollari nel 2026.
Al contrario, la produzione globale dovrebbe aumentare: da 104,1 a 104,4 milioni di barili al giorno quest’anno, con una leggera correzione al ribasso per il 2026, da 105,4 a 105,1 milioni di barili.
Analisi future WTI – Mercoledì 11 giugno
La situazione tecnica di breve termine sul future WTI resta costruttiva.
Il mercato stà consolidando sopra il supporto a 64.5 dollari ed è pertanto lecito attendersi un nuovo retest dei 66.5 dollari.
Il breakout al rialzo di quest’ultimo livello, confermato in chiusura di sessione, spingerebbe il mercato verso i 68 dollari, dove attualmente passa la media mobile a 200 periodi e dove dovremmo attenderci poi delle prese di beneficio almeno in un primo momento.
In caso di ritorno sotto i 64.5 dollari dovremmo invece attenderci una nuova fase di debolezza con retest dei 62.5 dollari.
Informazioni sull'autore: Alessio Moretti
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