Unicredit: i recenti cali devono davvero preoccupare gli investitori?
di: Alessio Moretti 18 Settembre 2025 16:33

Dopo aver toccato i massimi che non si vedevano dal 2014, in area 70 euro, il titolo Unicredit ha avviato una fase correttiva a partire da fine agosto.
La seduta di ieri ha rappresentato un ulteriore spartiacque, con la rottura decisa del supporto chiave a 65 euro, livello che da settimane sosteneva le quotazioni. L’apertura odierna ha confermato la debolezza, con un tentativo iniziale di rimbalzo subito respinto dal mercato.
In questo contesto, il sentiment degli investitori si è fatto più cauto, soprattutto alla luce di un progresso del titolo pari a +80% negli ultimi dodici mesi, che induce parte del mercato a interrogarsi sull’opportunità di alleggerire le posizioni.
Quali sono le ragioni della correzione?
Il comparto bancario europeo nel suo complesso sta vivendo un momento di incertezza, condizionato da due fattori principali:
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la svolta delle banche centrali verso una politica di riduzione dei tassi (la Federal Reserve ha tagliato mercoledì scorso di 25 punti base il costo del denaro negli Stati Uniti);
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i rumor relativi a possibili richieste del governo italiano di nuovi contributi straordinari da parte degli istituti di credito.
A queste variabili si sono aggiunte le dichiarazioni del CEO Andrea Orcel, che hanno ulteriormente appesantito il titolo. In particolare, il manager ha raffreddato le aspettative su nuove operazioni di M&A da parte di Piazza Gae Aulenti, dopo il ritiro dell’OPS su Banco BPM.
Analisi fondamentale e valutazioni di mercato
Le azioni Unicredit hanno registrato da inizio anno un progresso del +65,2%, che diventa +80% su base annuale, sovraperformando nettamente sia i competitor domestici sia l’indice bancario europeo.
Secondo i modelli di InvestingPro, il fair value attuale della banca è sostanzialmente in linea con le quotazioni di mercato. Tuttavia, va rilevato che il target price medio degli analisti per il 2024, pari a 69 euro, è già stato raggiunto a fine agosto.
La domanda che molti si pongono è dunque: il titolo ha già esaurito il proprio potenziale?
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Analisi tecnica
L’analisi grafica evidenzia un deterioramento del quadro tecnico di breve termine, con spazio per ulteriori discese. Il livello da monitorare con maggiore attenzione è il supporto a 55 euro, in prossimità del quale transiterà a breve la media mobile a 200 periodi: una rottura al ribasso di quest’area confermerebbe l’avvio di una vera e propria inversione ribassista di medio periodo.
Indicatori tecnici
Gli oscillatori confermano il prevalere della pressione ribassista:
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il Parabolic SAR ha invertito la direzione, generando un segnale short;
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il MACD resta sotto la propria media, segnalando perdita di momentum rialzista;
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lo Stocastico ha violato al ribasso la soglia dei 50 punti, segnalando ulteriore debolezza di breve.
Combinati, questi indicatori delineano un quadro coerente con la prosecuzione della fase correttiva.
Conviene vendere subito?
Nonostante i segnali tecnici suggeriscano prudenza, appare ancora prematuro considerare Unicredit un titolo da liquidare immediatamente. Finché le quotazioni resteranno sopra i 55 euro, esiste la possibilità di un recupero.
Inoltre, i fondamentali restano solidi, come confermano i dati di InvestingPro:
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dividendi aumentati per quattro anni consecutivi;
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valutazioni interessanti con un P/E contenuto rispetto alla crescita degli utili attesa;
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ruolo di leadership nel settore bancario europeo;
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performance particolarmente robusta nell’ultimo anno e negli ultimi cinque;
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redditività costante negli ultimi dodici mesi;
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attese di utile positivo anche per l’anno in corso.
Conclusione
Il deterioramento tecnico osservato nelle ultime sedute merita attenzione, ma non giustifica al momento un allarme generalizzato. Unicredit resta un titolo solido, sostenuto da fondamentali robusti e da una politica di remunerazione degli azionisti che ne accresce l’appeal.
La tenuta dell’area 55 euro sarà cruciale: un rimbalzo da quel livello potrebbe aprire spazio a una nuova fase di recupero, mentre una rottura confermata sancirebbe l’avvio di un trend ribassista più strutturato.
Informazioni sull'autore: Alessio Moretti
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