Il presidente Donald Trump ha espresso un cauto ottimismo riguardo ai prossimi negoziati commerciali con il leader cinese Xi Jinping, previsti in Corea del Sud. In un’intervista di lunedì, Trump ha dichiarato di credere che “Stati Uniti e Cina riusciranno a raggiungere un accordo commerciale equo e importante”, aggiungendo di essere stato invitato ufficialmente a Pechino per l’inizio del 2026.
Nonostante i toni concilianti, il presidente ha ribadito anche una minaccia tariffaria di ampia portata, avvertendo che in assenza di un’intesa entro il 1° novembre, Washington potrebbe aumentare i dazi sulle importazioni cinesi di ulteriori 100 punti percentuali, portando l’aliquota complessiva al 155%.
Trump ha inoltre lasciato intendere la possibilità di limitare l’export statunitense di componenti per aerei commerciali verso la Cina, un’azione che aggraverebbe ulteriormente le tensioni economiche bilaterali.
Taiwan e geopolitica nel cuore del negoziato
Secondo quanto riportato da Bloomberg News, interpellato su un’eventuale apertura verso un accordo che includa la rinuncia al sostegno statunitense a Taiwan in cambio di concessioni commerciali, il presidente ha evitato di rispondere direttamente.
Trump ha tuttavia confermato che la questione di Taiwan sarà parte del tavolo dei colloqui con Xi, segnale che i negoziati potrebbero assumere una forte dimensione geopolitica, andando oltre le sole dispute tariffarie.
Segnali di distensione: incontro tra Bessent e He Lifeng
Le dichiarazioni di Trump arrivano dopo un weekend di contatti positivi tra il segretario al Tesoro statunitense Scott Bessent e il vicepremier cinese He Lifeng.
I due hanno avuto una videochiamata costruttiva, durante la quale hanno programmato un incontro di persona entro la settimana per discutere i punti chiave del dossier commerciale.
Parallelamente, fonti vicine alla Casa Bianca indicano che l’amministrazione starebbe gradualmente ammorbidendo la politica tariffaria, introducendo esenzioni mirate per alcuni prodotti considerati strategici o non prodotti a livello domestico.
Questa strategia, osservano gli analisti, potrebbe anche preparare il terreno a una potenziale sfida legale davanti alla Corte Suprema, qualora i dazi venissero contestati sul piano costituzionale.
Informazioni sull'autore: Filippo Giannini
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di: Alessio Moretti 11 Settembre 2025 10:54
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