Negli ultimi mesi, i mercati finanziari hanno vissuto una crescente instabilità a causa delle politiche commerciali adottate dalle principali economie mondiali. L’indice S&P 500 ha perso il 5% da inizio anno, con una flessione del 9% rispetto ai massimi storici di gennaio. Gli investitori temono che le tensioni commerciali possano incidere negativamente sulla crescita economica globale e sulla stabilità dei mercati.
Quali sono i fattori che stanno influenzando il mercato? E cosa possono aspettarsi gli investitori nei prossimi mesi? Ecco cosa c’è da sapere.
Le tensioni commerciali generano incertezza
Le recenti controversie commerciali tra Stati Uniti, Unione Europea e Cina hanno creato un clima di incertezza che spaventa gli investitori. L’aumento dei dazi sulle importazioni e le minacce di ulteriori misure restrittive hanno alimentato la volatilità dei mercati azionari.
Ad esempio, l’amministrazione americana ha imposto dazi del 20% sulle importazioni di acciaio e del 15% sui prodotti tecnologici cinesi. Secondo un rapporto Bloomberg, in un arco di pochi giorni, gli Stati Uniti hanno prima aumentato i dazi su beni canadesi e messicani, poi promesso una deroga temporanea e infine minacciato ulteriori misure contro i prodotti europei.
Questa incertezza ha spinto i principali indici di borsa verso il basso: l’S&P 500 è sceso dell’8,6%, il Dow Jones del 6,9% e il Nasdaq, più esposto al settore tecnologico, ha perso il 13,4%, entrando ufficialmente in territorio di correzione.
Questa situazione rende difficile per le aziende pianificare strategie di lungo termine, poiché le regole del gioco cambiano rapidamente. L’incertezza spinge gli investitori a ridurre l’esposizione al rischio, vendendo azioni e orientandosi verso asset più sicuri come obbligazioni o oro.
L’impatto storico delle guerre commerciali sui mercati azionari
La storia ci offre importanti lezioni su come le guerre commerciali possano influenzare i mercati. Nel 2018, durante la prima ondata di dazi imposti dall’amministrazione Trump, l’S&P 500 subì un calo del 19% in pochi mesi, salvo poi recuperare le perdite entro la metà del 2019.
Ma il confronto con il passato suggerisce che il rischio attuale potrebbe essere maggiore: se i dazi medi sulle importazioni americane saliranno dal 1,4% del 2017 a oltre il 13%, come stimato dalla Tax Foundation, potremmo assistere a un impatto ancora più pesante sui mercati.
Ad esempio, durante la Grande Depressione degli anni ’30, il Congresso americano approvò lo Smoot-Hawley Tariff Act, che aumentò drasticamente i dazi doganali. Questa politica contribuì a un crollo del commercio internazionale e aggravò la recessione economica.
Cosa aspettarsi nei prossimi mesi
Gli analisti sono divisi: alcuni ritengono che i mercati continueranno a scendere finché non si raggiungerà un accordo commerciale stabile, mentre altri prevedono un rimbalzo tecnico, con i prezzi delle azioni che risaliranno una volta che le incertezze inizieranno a dissiparsi.
Secondo le stime della World Trade Organization, l’inasprimento delle tensioni potrebbe ridurre la crescita del commercio globale di oltre il 3% nel 2025. Tuttavia, se i governi riuscissero a trovare un terreno comune e a ridurre le barriere commerciali, i mercati potrebbero beneficiare di un forte impulso positivo.
Inoltre, le tariffe proposte potrebbero non essere tutte applicate, o potrebbero essere temporanee: secondo Goldman Sachs, l’incremento medio delle tariffe potrebbe essere di circa il 4%, ben al di sotto delle stime più pessimistiche.
Strategie per gli investitori
Per navigare questa fase turbolenta, gli investitori possono adottare alcune strategie prudenziali:
- Diversificazione del portafoglio: Distribuire gli investimenti su più asset class, includendo obbligazioni, materie prime e azioni di settori meno esposti alle tensioni commerciali.
- Investimenti graduali: Invece di investire grandi somme in un solo momento, potrebbe essere utile entrare nel mercato a piccoli passi, sfruttando eventuali ribassi per acquistare titoli a prezzi più convenienti.
- Focus su fondamentali solidi: Puntare su aziende con bilanci robusti, bassa esposizione al debito e leadership nei rispettivi settori può offrire una maggiore protezione contro la volatilità.
Informazioni sull'autore: Alessio Moretti
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