Rallenta la crescita globale: l’OCSE rivede al ribasso le previsioni per il 2025
di: Alessio Moretti 4 Giugno 2025 10:10

Secondo l’ultimo rapporto dell’OCSE sull’economia globale, la crescita mondiale subirà un rallentamento più marcato del previsto a causa dell’aumento delle barriere commerciali e dell’incertezza nelle politiche economiche. Le nuove previsioni di crescita globale indicano un calo dal 3,3% nel 2024 al 2,9% nel 2025 (rivisto al ribasso rispetto al 3,1% precedentemente stimato), con un mantenimento dello stesso tasso anche nel 2026 (contro un precedente 3,0%).
Crescita USA in frenata nel 2025
L’economia statunitense non fa eccezione. Le stime di crescita per gli Stati Uniti sono state riviste significativamente: dal 2,8% del 2024 si scende all’1,6% nel 2025, ben al di sotto del 2,2% previsto a marzo. Per il 2026, l’OCSE prevede un’ulteriore leggera decelerazione all’1,5%.
I motivi? Una combinazione di fattori critici:
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Aumento delle tariffe doganali effettive
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Ritorsioni commerciali da parte dei partner esteri
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Incertezza nelle politiche economiche
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Rallentamento della migrazione netta
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Riduzione significativa del personale federale
Tutto ciò potrebbe aggravare ulteriormente le prospettive se l’incertezza politica dovesse persistere o se le tariffe dovessero alimentare pressioni inflazionistiche superiori alle attese.
Inflazione G20 in calo, ma gli USA restano un’eccezione
A livello globale, l’inflazione nei Paesi del G20 è destinata a scendere dal 6,2% del 2024 al 3,6% nel 2025 e al 3,2% nel 2026. Tuttavia, gli Stati Uniti si distinguono ancora una volta: l’inflazione americana è attesa vicino al 4% nel 2025, restando sopra il target anche nel 2026.
Un punto positivo? L’impatto dell’intelligenza artificiale sulla produttività USA. Secondo l’OCSE, gli Stati Uniti beneficeranno di un vantaggio competitivo sempre più marcato grazie alla loro esposizione all’IA, ampliando il divario di produttività rispetto al resto del mondo.
Lavoro USA: segnali contrastanti da JOLTS e ordini di fabbrica
JOLTS sopra le attese ad aprile
Secondo il report JOLTS di aprile, i posti di lavoro disponibili negli USA sono saliti a 7,391 milioni, superando le attese (7,1 milioni) e il dato di marzo (7,2 milioni). La percentuale di offerte di lavoro si è attestata al 4,4%, in leggero aumento rispetto al 4,3% del mese precedente.
Alcuni settori, come l’accoglienza e i servizi pubblici locali, hanno registrato cali, mentre altri — come intrattenimento, attività ricreative, estrazione mineraria e silvicoltura — hanno mostrato timidi segnali di ripresa.
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Tasso di assunzione stabile al 3,5%
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Tasso di separazioni invariato al 3,3%
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Dimissioni in calo (dal 2,1% al 2,0%)
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Licenziamenti e interruzioni in lieve aumento (dal 1,0% all’1,1%)
Ordini di fabbrica USA: il calo più marcato da gennaio
Meno incoraggianti i dati dell’industria: gli ordini industriali statunitensi di aprile hanno registrato un calo del 3,7% su base mensile, peggio del -3,0% atteso e in forte contrasto con il +3,4% di marzo. Si tratta della flessione più consistente da gennaio 2024.
Escludendo il comparto dei trasporti, gli ordini sono scesi dello 0,5%, mentre le attese del mercato puntavano a una crescita dello 0,2%. La dinamica riflette probabilmente l’esaurirsi dell’effetto “anticipo dazi”, ovvero l’accumulo di ordini per evitare l’aumento delle tariffe.
Informazioni sull'autore: Alessio Moretti
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