I principali indici statunitensi hanno chiuso la seduta di martedì in territorio negativo: la flessione più marcata è toccata al Nasdaq Composite, che ha perso circa lo 0,8%, mentre lo S&P 500 e il Dow Jones hanno ceduto rispettivamente intorno allo 0,7% e allo 0,5%, in una giornata dominata da timori sui tassi e vendite nel settore tech.
Settori e titoli sotto i riflettori
La giornata ha visto il settore energia mostrare resilienza mentre il comparto real estate è stato tra i più deboli. Tra le mega-cap tech, la maggior parte dei titoli ha chiuso in calo, contribuendo al tono negativo del mercato.
Le notizie aziendali più rilevanti
- TSMC e le restrizioni alle forniture in Cina:
Washington ha notificato la revoca dello status che agevolava le esportazioni di apparecchiature sensibili verso lo stabilimento principale di TSMC in Cina, una mossa che potrebbe ridimensionare la capacità produttiva dell’impianto più datato. - Kraft Heinz si divide in due società
Il gruppo annuncia la separazione in due entità distinte — una focalizzata sul mercato grocery nordamericano e l’altra su salse e prodotti globali — una decisione che di fatto smonta la fusione che aveva dato vita al colosso dieci anni fa. - Elliott prende posizione in PepsiCo
L’investitore attivista Elliott Investment Management ha accumulato una partecipazione valutata attorno ai 4 miliardi di dollari, annunciando l’intenzione di sollecitare cambiamenti strategici nel colosso delle bevande e snack.
La decisione antitrust su Google: niente cessione di Chrome, ma aumento della condivisione dati
In uno dei verdetti più attesi del settore tecnologico, il giudice federale ha scelto rimedi contenuti contro Google: la sentenza esclude la vendita forzata di Chrome, rifiutando lo spinoff richiesto dal Dipartimento di Giustizia, ma impone limiti agli accordi di esclusiva che legano il motore di ricerca ai dispositivi e richiede la condivisione di alcuni dati di ricerca per favorire la concorrenza.
Il giudice ha motivato la scelta sottolineando la necessità di evitare shock strutturali e lasciare spazio ai nuovi equilibri del mercato, in particolare con l’impatto dell’IA.
Cosa cambia realmente
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Google non potrà più siglare patti che rendano il suo motore di ricerca l’unico predefinito su dispositivi e browser.
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Non è però stata imposta la cessione del browser Chrome né una completa ristrutturazione aziendale.
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La società dovrà condividere specifici set di dati di ricerca per consentire ai concorrenti di sviluppare risultati più competitivi, ma non è stata obbligata a cedere informazioni pubblicitarie sensibili.
Informazioni sull'autore: Alessio Moretti
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