Mercati obbligazionari: Treasury in rialzo in attesa della Fed, Europa più stabile
di: Alessio Moretti 10 Dicembre 2025 10:12

Nella seduta di martedì, i rendimenti dei Treasury statunitensi sono tornati a salire su tutta la curva, invertendo il calo iniziale registrato nelle prime ore di contrattazione. Il movimento è stato innescato da dati sul mercato del lavoro più solidi delle attese e dall’attesa per l’odierna decisione di politica monetaria del FOMC.
In apertura di seduta i rendimenti avevano mostrato una flessione, ma il quadro è cambiato dopo la pubblicazione del report JOLTS, che ha evidenziato un aumento delle offerte di lavoro a 7,67 milioni a fine ottobre, ben oltre le stime di consenso ferme a 7,11 milioni. Il dato ha ridimensionato, almeno parzialmente, le aspettative di un rapido deterioramento del mercato del lavoro.
Il Treasury decennale ha chiuso in rialzo di 2 punti base al 4,187%, dopo aver toccato un minimo intraday a 4,141%, registrando così la prima serie di quattro rialzi consecutivi in oltre un mese. Il rendimento del trentennale è salito marginalmente a 4,809%, recuperando dai minimi di seduta, mentre il biennale, particolarmente sensibile alle aspettative sui tassi Fed, è avanzato di 3,6 pb a 3,617%.
La curva dei rendimenti si è ulteriormente inclinata, con lo spread tra Treasury a 2 e 10 anni attestato a 57 punti base, segnalando un mercato che continua a prezzare un taglio dei tassi nel breve ma con maggiore cautela sul percorso successivo.
Aste e aspettative Fed
L’asta da 39 miliardi di dollari di Treasury decennali è stata giudicata solida dagli operatori, con un bid-to-cover pari a 2,55x, indicativo di una domanda ben distribuita. L’attenzione ora si sposta sull’offerta di giovedì, quando il Tesoro USA collocherà 22 miliardi di dollari di titoli trentennali.
Secondo il FedWatch Tool del CME Group, il mercato attribuisce una probabilità dell’88,6% a un taglio dei tassi di 25 punti base nella riunione di dicembre, in lieve aumento rispetto alla settimana precedente e nettamente superiore alle attese di un mese fa. Le scommesse implicite indicano circa 22 pb di allentamento complessivo entro fine anno, riflettendo una crescente fiducia in una Fed più accomodante, pur con un approccio prudente.
Area euro: rendimenti in lieve calo, focus su Germania e Francia
In Europa, i rendimenti dei titoli di Stato hanno mostrato movimenti più contenuti. Il Bund tedesco a 10 anni ha chiuso in lieve flessione di 0,5 pb al 2,857%, dopo aver toccato intraday il livello più alto da metà marzo (2,879%). La seduta precedente aveva segnato il rialzo giornaliero più marcato da agosto, a testimonianza di una fase di maggiore volatilità sul debito core europeo.
Sul tratto lungo della curva, il Bund trentennale aveva inizialmente raggiunto i livelli più elevati degli ultimi oltre 14 anni, prima di ritracciare e chiudere la seduta in calo di 0,9 pb a 3,463%. Il biennale tedesco (Schatz) ha invece terminato a 2,159%, in flessione di 1,6 pb, segnalando una maggiore sensibilità alle attese sulla politica della BCE.
Conclusione
Negli Stati Uniti i rendimenti risalgono in attesa della Fed, con dati macro che non giustificano un allentamento aggressivo; in Europa, invece, la stabilità politica e una crescita ancora fragile mantengono i rendimenti relativamente sotto controllo. Le prossime sedute saranno cruciali per comprendere se il taglio della Fed rappresenterà l’inizio di un ciclo più ampio o solo un aggiustamento tattico.
Informazioni sull'autore: Alessio Moretti
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