Fed divisa sui tassi, UK verso una possibile recessione tecnica
di: Alessio Moretti 15 Dicembre 2025 10:15

Aggiornamento macroeconomico per la settimana. Fed divisa sul taglio dei tassi e segnali di rallentamento economico nel Regno Unito: inflazione ancora elevata, mercato del lavoro sotto osservazione e decisioni chiave attese da Fed e Bank of England.
Fed: dissenso crescente dopo il taglio dei tassi
Alcuni esponenti della Federal Reserve hanno espresso forti perplessità sulla decisione di ridurre i tassi di interesse nell’ultima riunione, sostenendo che sarebbe stato più prudente attendere la pubblicazione dei dati macroeconomici rinviati a causa dello shutdown governativo.
Il presidente della Fed di Chicago, Austan Goolsbee, ha spiegato di aver votato contro il taglio di 25 punti base, ritenendo prematuro un allentamento della politica monetaria in un contesto in cui l’inflazione resta sopra il target da oltre quattro anni e i progressi nella disinflazione appaiono essersi arrestati negli ultimi mesi. Secondo Goolsbee, sia le imprese sia i consumatori continuano a indicare il livello dei prezzi come la principale fonte di preoccupazione.
Insieme a lui, anche il presidente della Fed di Kansas City, Jeffrey Schmid, ha dissentito, sottolineando che l’inflazione rimane “troppo elevata” per giustificare una politica meno restrittiva. Schmid ha aggiunto che, a suo giudizio, il mercato del lavoro statunitense è attualmente sostanzialmente in equilibrio, riducendo l’urgenza di un intervento espansivo.
Entrambi i banchieri centrali hanno evidenziato come un rinvio della decisione all’inizio del nuovo anno avrebbe comportato rischi limitati, offrendo al contempo il vantaggio di poter valutare dati aggiornati su inflazione e occupazione, finora mancanti. Gli ultimi numeri ufficiali, fermi a settembre, mostrano un tasso di disoccupazione salito al 4,4% e un’inflazione PCE core risalita al 2,8%.
Va inoltre considerato che Goolsbee e Schmid usciranno dal FOMC con diritto di voto nel 2026, riducendo il peso della loro posizione nelle decisioni future. Tra i nuovi membri votanti, la presidente della Fed di Philadelphia Anna Paulson ha assunto un tono più accomodante, dichiarando di essere più preoccupata per un possibile indebolimento del mercato del lavoro che per i rischi inflattivi. Secondo Paulson, esiste una probabilità concreta che l’inflazione rallenti nel 2026, anche grazie all’attenuazione degli effetti legati ai dazi.
Regno Unito: economia in contrazione, BoE sotto pressione
Sul fronte europeo, il quadro macroeconomico del Regno Unito continua a deteriorarsi. Secondo i dati diffusi dall’Office for National Statistics, il PIL britannico ha registrato una contrazione dello 0,1% a ottobre, replicando il calo di settembre. L’economia non cresce dunque da quattro mesi consecutivi, aumentando il rischio di una recessione tecnica nel quarto trimestre.
Il principale contributo negativo è arrivato dal settore dei servizi, in calo dello 0,3%, mentre le costruzioni hanno registrato una flessione dello 0,6%, penalizzate soprattutto dalla debolezza dell’edilizia residenziale privata. A compensare solo in parte, la produzione industriale è cresciuta dell’1,1%, sostenuta in particolare dal comparto manifatturiero e da un forte rimbalzo della produzione di veicoli.
Il commercio all’ingrosso e al dettaglio ha invece subito una contrazione significativa, probabilmente legata all’incertezza che ha preceduto la presentazione del bilancio di novembre da parte della cancelliera Rachel Reeves, alimentando timori su possibili aumenti fiscali.
Inflazione attesa in lieve calo, ma il nodo BoE resta aperto
Un segnale moderatamente positivo arriva dalle aspettative di inflazione delle famiglie, che secondo un sondaggio della Bank of England sono scese leggermente rispetto ai massimi biennali. Le famiglie ora prevedono un aumento dei prezzi del 3,5% nei prossimi 12 mesi, mentre le aspettative a cinque anni si attestano al 3,7%, entrambe in lieve calo.
Nonostante ciò, l’equilibrio tra rallentamento economico e inflazione ancora elevata rende particolarmente complessa la decisione della BoE nella riunione del 18 dicembre. Il mercato monetario prezza una probabilità intorno al 90% di un taglio dei tassi di 25 punti base, ma il voto si preannuncia nuovamente molto combattuto, con il governatore Andrew Bailey destinato a svolgere un ruolo decisivo.
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