I mercati petroliferi hanno chiuso la settimana appena trascorsa in rialzo, spinti da nuove preoccupazioni geopolitiche.
L’attenzione si è concentrata sulle dichiarazioni del presidente Trump, che ha annunciato per questo lunedì una comunicazione significativa riguardante la Russia.
Nel frattempo negli Stati Uniti prende forma una proposta legislativa sostenuta da oltre 85 senatori, che prevedrebbe dazi del 500% su Cina e India qualora continuassero ad acquistare energia dalla Russia.
I futures sul Brent hanno guadagnato venerdì 1,72 dollari al barile (+2,5%), chiudendo a 70,36 dollari, mentre il WTI ha terminato la seduta a 68,45 dollari, in rialzo di 1,88 dollari (+2,8%). Su base settimanale, il Brent ha registrato un incremento del 3%, con il WTI in crescita del 2,2%.
Domanda globale sotto pressione, ma l’offerta cresce
Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA), la domanda globale di petrolio potrebbe crescere nel 2026 al ritmo più lento dalla crisi finanziaria del 2009, escludendo il periodo pandemico.
Il rallentamento economico indotto dalle tariffe statunitensi sembra già riflettersi su scala mondiale. Le stime dell’agenzia indicano un incremento della domanda di circa 720.000 barili al giorno, fino a toccare i 104,4 milioni di barili giornalieri nel 2026.
Tuttavia, l’offerta sembra destinata a superare la domanda: si prevede una crescita della produzione di 2,1 milioni di barili al giorno solo per quest’anno, ovvero un aumento di 300.000 barili rispetto alle stime precedenti.
Le raffinerie globali hanno già aumentato la loro attività: dopo una crescita di 1,7 milioni di barili al giorno a giugno, si attende un ulteriore incremento di 2 milioni nei mesi di luglio e agosto, con un picco stagionale previsto a 85,4 milioni di barili al giorno.
Analisi e previsioni future WTI
In questo lunedì 14 luglio, i prezzi del future sul greggio WTI proseguono al rialzo, superando la soglia dei 69 dollari al barile. Il recupero della resistenza a 67,5 dollari, avvenuto nella scorsa ottava, ha contribuito a rafforzare la fiducia degli investitori, ma ora l’attenzione si concentra sull’area tecnica dei 69 dollari.
Dopo il break odierno al rialzo, un consolidamento al di sopra di questo livello, soprattutto in chiusura di sessione, aprirebbe la strada a nuovi spunti rialzisti, con un probabile test della soglia psicologica dei 70 dollari al barile.
Al contrario, un ritorno sotto i 68,5 dollari configurerebbe un falso breakout, ovvero un segnale che potrebbe favorire prese di profitto e riportare i prezzi verso l’area di supporto compresa tra 67,65 e 66,80 dollari.
In quest’ultimo scenario, eventuali pressioni ribassiste potrebbero spingere le quotazioni a rivedere i minimi di inizio mese, soprattutto se accompagnate da un raffreddamento del sentiment o da dati macroeconomici negativi.
Sarà quindi cruciale osservare non solo la chiusura odierna, ma anche la dinamica dei volumi e l’eventuale comparsa di segnali di inversione nel breve periodo, per valutare la sostenibilità del movimento attuale.
Informazioni sull'autore: Alessio Moretti
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