Il prezzo dell’oro scende, ma le previsioni restano rialziste

di: Alessio Moretti 2 Maggio 2025 9:06

immagine oro

Dopo aver toccato martedì scorso per la prima volta il traguardo storico dei 3.500 dollari l’oncia, il prezzo dell’oro è sceso nelle ultime sedute di quasi 250 dollari. Al momento della scrittura il future sull’oro viene scambiato intorno i 3.250 dollari l’oncia.

La recente fase di debolezza non preoccupa però gli analisi di JP Morgan e Goldman Sachs, che stimano un 2026 ancora in crescita per il prezzo dell’oro.

Le previsioni di JP Morgan

In una nota diffusa martedì, la banca d’investimento ha aggiornato le sue previsioni, indicando un prezzo medio per l’oro di 3.675 dollari l’oncia nel quarto trimestre del 2025, con un potenziale superamento dei 4.000 dollari già nel secondo trimestre del 2026. Tuttavia, se la domanda dovesse rivelarsi più forte del previsto, questo traguardo potrebbe essere raggiunto anche prima.

“Alla base della nostra previsione c’è una domanda robusta da parte di investitori e banche centrali, che stimiamo in media intorno alle 710 tonnellate nette a trimestre nel corso dell’anno”, ha osservato la banca.

Anche Goldman Sachs ha rivisto al rialzo le sue stime, portando il target di fine 2025 da 3.300 a 3.700 dollari l’oncia, con scenari estremi che vedrebbero il metallo giallo spingersi fino a 4.500 dollari.

Perchè il prezzo dell’oro salirà anche nel 2026 secondo gli esperti?

Storicamente, l’oro è considerato un bene rifugio, e mai come nel 2025 questa funzione si è dimostrata attuale.

I conflitti in Medio Oriente e in Europa orientale proseguono senza ancora una fine certa, mentre il ritorno di Donald Trump alla guida degli Stati Uniti fornisce instabilità commerciale e politica.

Fin quando gli investitori non percepiranno più timori da questi fattori l’oro resterà l’asset su cui puntare e per questo motivo oggetto di rialzi.

L’intervento delle banche centrali

Un altro fattore chiave è l’acquisto massiccio di oro da parte delle banche centrali, soprattutto in Asia.

La Banca Popolare Cinese, ad esempio, sta continuando a ridurre la propria esposizione ai titoli di Stato americani, convertendo parte delle riserve in oro.

Secondo diverse fonti, tra cui il fondo d’investimento Regal Partners, Pechino sta contribuendo direttamente all’indebolimento del dollaro per motivi strategici, rendendo l’oro ancora più appetibile per gli investitori internazionali.

Una recessione americana all’orizzonte

Goldman Sachs e altri istituti finanziari vedono aumentare il rischio di una recessione negli Stati Uniti, con un primo trimestre del 2025 già negativo. In passato, durante le fasi recessive, l’oro ha sempre dimostrato resilienza, mantenendo valore o addirittura aumentando.

Cosa attendersi invece nel breve sul mercato aurifero?

Analizzando il grafico a time frame giornaliero del future sul gold possiamo notare come nella seduta di ieri il mercato abbia rotto al ribasso un’importante area supportiva, ovvero quella dei 3.275 dollari l’oncia.

Questo scenario potrebbe catalizzare ora nuova debolezza e far testare area 3.200 dollari, che rappresenta un livello decisamente significativo nel medio termine.

Un breakout al ribasso dei 3.200 dollari, confermato in close giornaliera, porterebbe una debolezza di più giorni con grandi possibilità di assistere ad un retest dei 3.000 dollari.

In ottica rialzista, il livello da monitorare per attendersi una ripresa dei corsi ed un aggiornamento dei massimi storici è 3.375 dollari.

analisi grafico oro

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    Informazioni sull'autore: Alessio Moretti

    Autore Articolo: Alessio Moretti
    Laureato in Economia e Management ed esperto in contenuti finanziari e marketing digitale. Dal 2016 si dedica al mondo degli investimenti e dal 2018 collabora con TradingFacile come seo strategist e quantic Trader. IN BREVE: - Dal 2016 entra nel mondo del trading diventando programmatore di strategie automatiche; - Dal 2018 si dedica al marketing digitale e scrive di economia e finanza; STUDI: Laurea in economia e management

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