Martedì i prezzi del petrolio hanno registrato un leggero rialzo, toccando i massimi delle ultime due settimane.
A sostenere l’aumento sono stati i crescenti dubbi sulla possibilità di revocare le sanzioni contro la Russia, a causa del protrarsi del conflitto con l’Ucraina, e le incertezze legate ai negoziati tra Stati Uniti e Iran, che sembrano avviarsi verso un possibile stallo.
Il Brent ha chiuso a 65,59 dollari al barile, in crescita di 49 centesimi (+0,75%), mentre il WTI si è attestato a 63,35 dollari, con un incremento più contenuto di 17 centesimi (+0,27%).
La Russia, membro di spicco dell’alleanza OPEC+, si è confermata nel 2024 come il secondo produttore mondiale di greggio, subito dietro gli Stati Uniti, secondo i dati dell’agenzia energetica americana.
Intanto, l’Iran sembrerebbe intenzionato a respingere la proposta statunitense per un nuovo accordo sul nucleare. Un’intesa di questo tipo potrebbe infatti portare a un alleggerimento delle sanzioni, permettendo a Teheran di tornare a esportare petrolio con maggiore libertà. Sempre secondo fonti americane, l’Iran si è classificato nel 2024 come terzo produttore di greggio tra i paesi OPEC, dietro solo a Arabia Saudita e Iraq.
A complicare ulteriormente il quadro, si aggiungono gli incendi boschivi in Alberta, Canada, che hanno colpito la produzione delle sabbie bituminose, causando una perdita stimata di oltre 344.000 barili al giorno — pari a circa il 7% della produzione complessiva canadese.
Analisi future WTI – Mercoledì 4 giugno
Il future sul petrolio WTI viene scambiato al momento della scrittura vicino la parità a 63.3 dollari al barile.
La ripresa osservata nelle ultime sedute potrebbe rivelarsi decisiva, portando finalmente il petrolio greggio WTI oltre la fascia laterale in cui era confinato per lungo tempo.
In tal senso il livello da monitorare con attenzione è la resistenza a 64.5 dollari, un movimento sopra tale area, confermato in chiusura di sessione, potrebbe calamitare nuovi acquisti con primo target fissato a 68 dollari ed in estensione 70 dollari.
Di contro, un falso breakout dei 64.5 dollari sarebbe invece l’occasione per sfruttare delle correzioni.
Informazioni sull'autore: Alessio Moretti
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di: Alessio Moretti 28 Aprile 2025 9:59
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