Petrolio: prezzo ai minimi di oltre 3 anni

di: Alessio Moretti 6 Maggio 2025 11:44

Quotazione Petrolio in Tempo Reale

Lunedì i prezzi del petrolio sono scesi di circa un dollaro al barile, toccando i livelli più bassi da oltre tre anni. Il calo è stato innescato dalla decisione dell’OPEC+ di aumentare la produzione per il secondo mese consecutivo, sollevando timori su un possibile eccesso di offerta in un contesto di domanda ancora incerta.

Il Brent ha chiuso la giornata a 60,33 dollari al barile, in calo di 96 centesimi (-1,57%), mentre il WTI è sceso a 57,23 dollari, perdendo 1,06 dollari (-1,82%). Entrambi i benchmark hanno registrato la loro peggior chiusura dal febbraio 2021.

La settimana precedente aveva già visto perdite consistenti: il Brent ha perso l’8,3% e il WTI il 7,5%, dopo che l’Arabia Saudita aveva segnalato la propria disponibilità a sostenere un periodo prolungato di prezzi bassi.

Grafico petrolio wti

Grafico petrolio wti

OPEC+ accelera: +411.000 barili al giorno a giugno

Nel fine settimana, l’OPEC+ ha trovato un nuovo accordo per aumentare la produzione a giugno di 411.000 barili al giorno. La misura coinvolge otto Paesi membri, tra cui Arabia Saudita e Russia, e porta il totale degli aumenti combinati per aprile, maggio e giugno a 960.000 barili al giorno. Si tratta del recupero del 44% rispetto ai tagli di 2,2 milioni di barili giornalieri introdotti dal 2022.

La decisione arriva nonostante i prezzi in calo, influenzati dal rallentamento economico e dalle incertezze legate alla guerra commerciale avviata dall’ex presidente Trump.

Fonti interne all’OPEC+ riferiscono a Reuters che il gruppo potrebbe annullare completamente i tagli volontari entro fine ottobre, a condizione che i membri migliorino il rispetto delle quote produttive. In particolare, l’Arabia Saudita starebbe spingendo per accelerare l’uscita dai tagli, nel tentativo di gestire le ripetute violazioni da parte di Iraq e Kazakistan.

Reazione degli USA: lo shale taglia gli investimenti

Nel frattempo, due produttori statunitensi di shale oil, Diamondback Energy e Coterra Energy, hanno annunciato una riduzione degli investimenti a causa del calo dei prezzi. Diamondback, in particolare, ha comunicato un taglio di 400 milioni di dollari al budget 2025, portandolo tra 3,8 e 4,2 miliardi di dollari, e ha deciso di dismettere tre impianti di perforazione.

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    Informazioni sull'autore: Alessio Moretti

    Autore Articolo: Alessio Moretti
    Laureato in Economia e Management ed esperto in contenuti finanziari e marketing digitale. Dal 2016 si dedica al mondo degli investimenti e dal 2018 collabora con TradingFacile come seo strategist e quantic Trader. IN BREVE: - Dal 2016 entra nel mondo del trading diventando programmatore di strategie automatiche; - Dal 2018 si dedica al marketing digitale e scrive di economia e finanza; STUDI: Laurea in economia e management

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