I prezzi del petrolio sono balzati ai massimi di due settimane dopo che gli Stati Uniti hanno imposto nuove sanzioni contro Rosneft e Lukoil, due dei principali esportatori russi, in risposta al proseguimento del conflitto in Ucraina.
Il Brent ha chiuso in rialzo di $2,39 (+3,76%) a $65,91 al barile, mentre il WTI statunitense è avanzato di $1,86 (+3,11%) a $61,65.
Entrambi i benchmark hanno registrato il maggior incremento giornaliero da metà giugno, segnando anche la chiusura più alta dall’8 ottobre.
Boom del diesel e margini di raffinazione ai massimi da febbraio 2024
Oltre al rally del greggio, i future sul diesel USA sono saliti di quasi 7%, spingendo il crack spread – l’indicatore dei margini di raffinazione – ai livelli più elevati da febbraio 2024.
L’aumento dei prezzi riflette i timori di una possibile stretta sull’offerta a seguito delle nuove restrizioni.
Effetto sanzioni: Cina e India costrette a rivedere gli acquisti di petrolio russo
Le sanzioni statunitensi impongono a raffinerie cinesi e indiane, principali acquirenti di greggio russo, di cercare fornitori alternativi per evitare l’esclusione dal sistema bancario occidentale.
Secondo fonti Reuters, le compagnie petrolifere statali cinesi hanno già sospeso gli acquisti via mare di greggio russo dai soggetti sanzionati, contribuendo a sostenere ulteriormente i prezzi.
Il ministro del Petrolio del Kuwait ha dichiarato che l’OPEC è pronta a compensare eventuali carenze di offerta invertendo i tagli alla produzione, se necessario.
Il presidente russo Vladimir Putin ha riconosciuto che la sostituzione del petrolio russo sui mercati globali richiederà tempo.
UK ed Europa rafforzano la pressione: stop al gas liquefatto russo
Le nuove misure si inseriscono in un contesto di inasprimento coordinato delle sanzioni occidentali.
La Gran Bretagna ha esteso le restrizioni a Rosneft e Lukoil, mentre l’Unione Europea ha approvato il 19° pacchetto di sanzioni, che prevede il divieto di importare GNL russo.
Nel documento ufficiale dell’UE, Bruxelles ha aggiunto alla lista nera anche due raffinerie cinesi (capacità combinata: 600.000 barili al giorno) e Chinaoil Hong Kong, controllata di PetroChina.
Previsioni future petrolio WTI – Analisi di venerdì 24 ottobre

Se da un punto di vista dell’analisi fondamentale ci si aspetta che la combinazione tra riduzione delle esportazioni russe e difficoltà logistiche per Cina e India mantengano sostenuti i prezzi del greggio, da un punto di vista tecnico invece servono ulteriori segnali positivi per aspettarsi una prosecuzione del rally.
Un rafforzamento della struttura tecnica si avrebbe in caso di chiusura giornaliera sopra i 63 dollari, che riporterebbe il mercato sopra il supporto dei 62 dollari che in passato ha rappresentato un livello chiave e che ora funge da resistenza. Una chiusura al di sopra di quest’area aprirebbe la strada a un proseguimento dei rialzi nella prima parte della prossima settimana, con target individuati a 64,50 dollari e, in estensione, a 65,70 dollari.
Al contrario, un rifiuto del livello di 61,9 dollari potrebbe innescare una fase correttiva, con un possibile retest del supporto a 60 dollari qualora dovessimo scendere sotto quota 61 dollari.
Informazioni sull'autore: Filippo Giannini
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di: Alessio Moretti 11 Settembre 2025 10:54
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