I prezzi del petrolio sono scesi di oltre il 2% giovedì, dopo le dichiarazioni del Presidente degli Stati Uniti secondo cui lui e Putin avrebbero concordato un incontro a Budapest per discutere una possibile risoluzione del conflitto in Ucraina.
L’annuncio ha alimentato l’incertezza sui mercati energetici globali. I future sul Brent hanno chiuso in calo di $1,32 (-2,11%) a $61,11 al barile, mentre i future sul WTI statunitense sono scesi di $1,26 (-2,14%) a $57,49 al barile — i livelli più bassi per entrambi i benchmark dal 5 maggio.
Il Presidente Trump ha affermato che l’incontro con Vladimir Putin si terrà “a breve” nella capitale ungherese, senza specificare una data. La notizia è arrivata a poche ore dal previsto vertice con il Presidente ucraino Volodymyr Zelenskiy.
Ulteriori pressioni sui prezzi sono derivate dal rapporto settimanale dell’Energy Information Administration (EIA), che ha segnalato un incremento delle scorte di greggio statunitensi di 3,5 milioni di barili, portandole a 423,8 milioni di barili.
Nel frattempo, gli operatori hanno monitorato con attenzione le notizie provenienti dall’India, dove si discute la possibilità di interrompere le importazioni di petrolio russo — un’eventualità che potrebbe modificare gli equilibri commerciali globali e sostenere la domanda verso fornitori alternativi. Trump ha dichiarato che il Primo Ministro indiano Narendra Modi si è impegnato a cessare gli acquisti di greggio russo, che attualmente coprono circa un terzo delle importazioni indiane. Alcuni raffinatori locali avrebbero già iniziato a ridurre gradualmente i volumi, secondo fonti Reuters.
Tuttavia, giovedì funzionari indiani hanno ribadito che la priorità del Paese resta garantire prezzi energetici stabili e forniture affidabili, evitando di commentare direttamente le parole del Presidente americano. Da Mosca, il governo russo ha espresso fiducia nella solidità della partnership energetica con l’India.
In parallelo, il governo britannico ha annunciato nuove sanzioni contro Rosneft e Lukoil, due tra le maggiori compagnie petrolifere russe, intensificando la pressione sul settore energetico di Mosca.
Dettagli dal report EIA
Secondo i dati pubblicati giovedì, le scorte di greggio USA sono aumentate di 3,5 milioni di barili nella settimana conclusasi il 10 ottobre, raggiungendo 423,8 milioni di barili. Il rialzo è stato favorito da un forte calo dell’attività di raffinazione, con i volumi processati scesi a 14,7 milioni di barili al giorno, il livello più basso da febbraio 2024. Il tasso di utilizzo delle raffinerie è diminuito di 6,7 punti percentuali, attestandosi all’85,7%, minimo da metà febbraio.
Nel principale hub di consegna di Cushing (Oklahoma), le scorte di greggio si sono ridotte di 703.000 barili nella stessa settimana. Le importazioni nette di petrolio sono calate bruscamente di 1,75 milioni di barili al giorno, a 1,06 milioni bpd.
Per quanto riguarda i prodotti raffinati, le scorte di distillati (che includono gasolio e olio da riscaldamento) sono diminuite di 4,5 milioni di barili, a 117 milioni. La domanda di distillati è scesa di 113.000 barili al giorno a 4,23 milioni bpd, mentre la domanda di benzina è calata di 464.000 bpd a 8,45 milioni bpd. Le scorte di benzina sono scese di 267.000 barili, attestandosi a 218,8 milioni di barili.
Informazioni sull'autore: Filippo Giannini
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di: Alessio Moretti 11 Settembre 2025 10:54
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