Materie prime: sale il petrolio, l’oro ai massimi

I prezzi del petrolio tornano a salire, ma il mercato resta condizionato dalle aspettative di un eccesso strutturale di offerta. L’oro, invece, scatta al rialzo e aggiorna i massimi storici superando i 4.447 dollari l’oncia.

Petrolio in rialzo, ma pesa il timore di un eccesso strutturale di offerta

Avvio di settimana positivo per i prezzi del petrolio.

In questo lunedì, il Brent del Mare del Nord con consegna a febbraio è salito di 45 centesimi, raggiungendo quota 60,92 dollari al barile. In aumento anche il WTI statunitense, che per la consegna di gennaio è viene scambiato al momento della scrittura a 56,95 dollari, con un rialzo di 43 centesimi.

Secondo gli analisti, tuttavia, il mercato resta dominato dalle preoccupazioni legate a un surplus strutturale di offerta. A detta di Haris Khurshid, Chief Investment Officer di Karobaar Capital LP, la convinzione sempre più diffusa che il settore sia confrontato con un’eccessiva disponibilità di greggio sta ridimensionando l’impatto dei fattori geopolitici. In questo contesto, rischi come il conflitto in Ucraina o le tensioni legate al Venezuela passano in secondo piano rispetto alle dinamiche di domanda e offerta.

Oro ai massimi da ottobre: superata la soglia dei 4.400 dollari

Seduta brillante anche per l’oro, che nel primo scambio di lunedì ha aggiornato i massimi da ottobre, toccando un nuovo record. Il future con consegna febbraio 2026 è salito fino a oltre 4.450 dollari, con un progresso intraday di circa l’1,5%.

Si tratta del primo massimo storico dopo quello registrato in ottobre, quando il metallo prezioso era stato protagonista di una lunga fase rialzista culminata poco sopra i 4.380 dollari. Successivamente, nelle settimane seguenti, le quotazioni avevano corretto, scendendo temporaneamente al di sotto della soglia psicologica dei 4.000 dollari, prima di tornare a rafforzarsi.