Venerdì scorso i prezzi del petrolio hanno chiuso con un rialzo superiore all’1%, mettendo a segno il primo guadagno settimanale dalla metà di aprile.
A sostenere la ripresa sono stati alcuni segnali positivi sul fronte commerciale, in particolare l’accordo tra Stati Uniti e Regno Unito, e l’attesa per colloqui chiave tra Washington e Pechino nel fine settimana.
I numeri della settimana
I future sul Brent hanno chiuso a 63,88 dollari al barile, in rialzo dello +1,08% (+0,68 dollari), mentre il WTI ha terminato la seduta a 61,06 dollari, in crescita di +1,29% (+0,78 dollari).
Su base settimanale, il WTI ha guadagnato circa il +4,75%, mentre il Brent è salito del +4,23%, interrompendo così una serie negativa durata diverse settimane.
Segnali positivi dall’economia cinese
Segnali positivi sono arrivati dall’economia della Cina: i dati doganali pubblicati venerdì hanno mostrato un aumento delle esportazioni superiore alle attese nel mese di aprile, mentre le importazioni hanno registrato un calo meno marcato. Particolarmente rilevanti sono stati i dati relativi all’export verso i Paesi del Sud-est asiatico, in crescita dell’8,1% su base annua in termini di dollari USA.
Tuttavia, non mancano le ombre: le esportazioni verso gli Stati Uniti hanno registrato un crollo di oltre il 21% rispetto all’anno precedente, mentre le importazioni da Washington sono diminuite del 14%. Segno che le tensioni tra le due potenze restano tutt’altro che risolte.
Scorte sotto pressione
In Medio Oriente, Israele ha intercettato un missile lanciato dallo Yemen, in un attacco rivendicato dai ribelli Houthi, nonostante i recenti sforzi diplomatici per mediare una tregua. La minaccia di escalation nella regione contribuisce ad aumentare il premio di rischio incorporato nei prezzi del greggio.
A questo si aggiunge un ulteriore elemento di supporto ai prezzi: secondo l’IEA, la scorsa settimana le compagnie energetiche statunitensi hanno ridotto il numero di impianti di trivellazione per petrolio e gas naturale ai livelli più bassi da gennaio, un segnale di possibile rallentamento della produzione interna.
Analisi future WTI
Nonostante il rimbalzo della scorsa ottava, la situazione tecnica sul future WTI resta ancora molto debole.
Un segnale di miglioramento arriverebbe in caso di ritorno, confermato in chiusura di sessione, al di sopra dei 65 dollari al barile.
Prima di allora i rimbalzi costituiranno occasione per cercare opportunità short intraday.
In caso di breakout dei 65 dollari potremmo invece aspettarci rialzi di più sedute con target a 70 dollari.
Informazioni sull'autore: Alessio Moretti
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