Giù il dollaro, cresce l’attesa per tagli più incisivi dalla Fed

Giovedì il dollaro ha toccato i livelli più bassi degli ultimi tre anni e mezzo contro euro e sterlina, travolto da un’ondata di vendite che riflette un cambio di prospettiva da parte dei mercati. Gli operatori ora scommettono su tagli ai tassi d’interesse da parte della Federal Reserve più rapidi e decisi rispetto a quanto previsto finora.

A spingere questa nuova lettura è stato il tono più accomodante adottato dal presidente della Fed, Jerome Powell, durante la sua testimonianza al Congresso. Pur ribadendo che l’inflazione potrebbe risalire nei mesi estivi, Powell ha aperto alla possibilità di intervenire con tagli “prima del previsto”, nel caso in cui le pressioni sui prezzi restassero sotto controllo.

Ad alimentare l’incertezza è anche la questione della futura leadership della banca centrale. L’attuale Presidente degli Stati Uniti, che ha espresso pubblicamente critiche verso Powell, potrebbe non riconfermarlo alla scadenza del mandato, prevista per maggio del prossimo anno. Secondo il Wall Street Journal, l’amministrazione starebbe valutando profili più orientati a una politica monetaria espansiva, con l’ipotesi di annunciare la nomina del successore già tra settembre e ottobre—un tempismo che potrebbe ridurre l’influenza di Powell nella parte finale del suo mandato.

Nel mercato valutario, l’euro è salito dello 0,36%, attestandosi a 1,1697 dollari e toccando un massimo intraday di 1,1744, livello che non si vedeva da settembre 2021. La sterlina ha guadagnato lo 0,48%, chiudendo a 1,3726 dollari, dopo aver sfiorato quota 1,3770—il massimo da ottobre 2021. Anche lo yen giapponese si è rafforzato, con il dollaro in calo dello 0,57% a 144,33 yen.

Anche le criptovalute hanno registrato leggere perdite: Bitcoin è sceso dello 0,52% a 107.060,56 dollari, mentre Ethereum ha perso lo 0,73% fermandosi a 2.414,09 dollari.