Cos’è il Quantitative Easing? Vediamone il significato e il funzionamento

Mario Draghi quantitative easing

23 Febbraio 2018

Ultimo Aggiornamento: 19 Ottobre 2023

Il Significato di Quantitative Easing

Il Quantitative Easing (QE), come si evince dalla parola stessa, significa letteralmente “allentamento quantitativo” o “alleggerimento quantitativo”.

È uno strumento non convenzionale di politica monetaria, utilizzato dalle Banche centrali al fine di regolare la quantità di moneta in circolazione.

 

Come funziona il Quantitative Easing?

Quando una Banca Centrale decide di avviare una politica di QE, sostanzialmente non fa altro che acquistare azioni, titoli di stato o altre attività finanziare dalle banche, sulla base di una prestabilita e annunciata quantità di denaro e per un determinato periodo di tempo; la durata del QE può variare in base al raggiungimento degli obiettivi di politica monetaria, prefissati dalla Banca Centrale stessa.

La condizione necessaria affinché si avvii un programma di QE è la creazione di nuova moneta. Poiché non vi è necessità di stampa fisica del denaro, il processo può anche concludersi in maniera virtuale, tramite iscrizione della nuova moneta nei bilanci contabili della Banca Centrale.

Qualora non ci fosse l’emissione di nuova moneta, sarebbe errato parlare di Quantitative Easing ; in tal caso si tratterebbe di una normale operazione convenzionale di politica monetaria.

Lo schema di un programma di QE prevede inizialmente l’acquisto di titoli a breve scadenza; solo successivamente, nel caso non siano stati ancora raggiunti gli obiettivi prestabiliti, è previsto l’acquisto di titoli a lunga scadenza e di altre attività finanziarie delle banche.

 

Perché viene utilizzato il Qe, quali sono i possibili effetti?

Il Quantitative Easing viene utilizzato dalle Banche Centrali per aumentare la quantità di moneta in circolazione, al fine di rifornire le banche di liquidità e contrastare la deflazione.

Il primo effetto del QE è quello di aumentare le quotazioni dei titoli di stato, riducendone così il loro rendimento; nella condizione in cui il rendimento dei titoli pubblici sia legato a quello dei tassi d’interesse bancari, l’effetto del QE produrrebbe un abbattimento degli interessi dovuti agli istituti di credito, agevolando la concessione del credito e la solvibilità dello stesso per famiglie e imprese.

Il secondo effetto del QE riguarda la sua capacità di risollevare i livelli di inflazione, aiutando quindi a sostenere la crescita dei prezzi.

L’abbassamento dei tassi d’interesse da parte delle banche dovrebbe stimolare la crescita economica, incentivando privati ed imprese ad aprire nuove linee di credito.

La crescita economica favorisce l’occupazione, che a sua volta contribuisce ad aumentare l’inflazione.

 

Rischi connessi

I rischi inerenti il QE riguardano in particolare un eccessivo aumento dell’inflazione e la formazione di bolle speculative.

La diminuzione del rendimento dei titoli di stato potrebbe portare infatti gli investitori ad impiegare i loro capitali in asset più remunerativi, diversificando anche al di fuori dai confini nazionali.

Inoltre l’iniezione di nuova liquidità alle banche non si traduce automaticamente in fornitura di nuovo denaro al sistema economico, ossia a imprese, famiglie e stato. Gli istituti di credito potrebbero scegliere di non elargire in prestito la nuova liquidità, ma di depositarla invece presso la banca centrale stessa e godere di un tasso di interesse non molto remunerativo, ma comunque privo di rischi.

Va sottolineato che nel quadro attuale di attuazione del QE, la Banca Centrale Europea ha introdotto tassi di deposito negativi, per gli istituti di credito che detengono liquidità presso la banca centrale stessa, al fine di favorire l’elargizione di credito e l’immissione di liquidità nel sistema economico.

Infine esiste il rischio che tale politica di allentamento monetaria, se non gestita correttamente, possa portare ad un eccesso di inflazione causata da un esagerato aumento dell’offerta di moneta.

 

Il Quantitative easing della Banca Centrale Europea

La BCE ha avviato il suo programma di QE nel Marzo del 2015 e lo ha terminato definitivamente il primo luglio 2022.

L’obiettivo iniziale della BCE era quello di far ripartire l’economia e combattere la deflazione, riportando il tasso di inflazione verso il target del 2%.

Il piano di allentamento quantitativo iniziale pensato da Mario Draghi prevedeva l’acquisto di titoli di stato per 60 miliardi di euro al mese, fino a settembre 2016.

Nel dicembre del 2015 si è tuttavia deciso di prolungare lo stimolo monetario di altri sei mesi, arrivando così fino a Marzo 2017; il programma di acquisto è stato esteso ai titoli emessi dagli enti locali e alle obbligazioni emesse da società per azioni private.

Nel marzo 2016, la BCE ha deciso di portare da 60 a 80 miliardi di euro l’importo mensile di alleggerimento,  estendendo l’acquisto a titoli non governativi emessi da società private non bancarie.

In ultima istanza, lo scorso 25 ottobre 2017 la BCE ha prolungato di altri 9 mesi il piano, portando tuttavia gli acquisti mensili a 30 miliardi di euro.

Terminato il programma di riacquisto titoli, la BCE ha iniziato il ciclo di aumento dei tassi d’interesse partendo dalla riunione del 21 luglio 2022.

 

RESTA AGGIORNATO:

Se avete trovato interessante questo articolo, vi invitiamo a condividerlo attraverso i vostri canali social e a seguire TradingFacile su piattaforme come Google News, Facebook e Youtube. Non esitate a esprimere le vostre opinioni o condividere le vostre esperienze attraverso i commenti sotto i nostri articoli.

Per rimanere sempre informati sulle ultime novità pubblicate sul nostro sito, potete attivare le notifiche oppure iscrivervi al Canale Telegram di TradingFacile.