Il grande alfabeto delle criptovalute (Parte 1)

l'alfabeto delle criptovalute

30 Ottobre 2017

Ultimo Aggiornamento: 19 Ottobre 2023

Indice dei contenuti:

Alfabeto delle criptovalute (Parte 1)

Siete interessati alle criptovalute? Per chi vuole approfondire l’argomento, il rischio è quello di annegare in un mare di nuovi termini. Per fare chiarezza ecco una pratica guida con il nostro alfabeto delle criptovalute.

A cura di Exante

A per Altcoin

Altcoin è un termine utilizzato per qualsiasi valuta digitale che non sia il più popolare bitcoin. Il crescente successo del bitcoin ha portato gli imprenditori a lanciare criptomonete alternative nella speranza di soddisfare la domanda di criptovalute. Alcuni degli altcoin più popolari sono l’Ethereum, supportato da JP Morgan Chase e Microsoft, Ripple, supportato da Google e il più anonimo Monero.

B per Bitillionaire (Bitlionario)

Un bitlionario è qualcuno che ha fatto una fortuna in bitcoin. Chi possiede molti BTC viene definito “whale” del bitcoin. Le quote consistenti di queste persone rappresentano una grossa minaccia per gli ultimi arrivati nel mercato delle criptovalute, poiché possiedono la capacità di portare quest’ultimo al prezzo di vendita desiderato.

C per Chain o Blockchain

Quando negoziate criptovalute, la vostra transazione viene registrata in un “registro digitale incorruttibile”, vale a dire la blockchain. Consideratelo come un modo per una rete informatica di registrare e autenticare transazioni senza dovere dipendere da un’autorità centrale.

D per Decentralizzazione

In teoria, le criptovalute non hanno un controllo centralizzato, né una banca dati informativa o una gestione. Al contrario delle banche, le criptovalute permettono alcune libertà come la capacità di creare monete digitali (altcoin), negoziare in maniera anonima e trasferire il denaro degli investitori senza essere controllati. Sebbene i sostenitori vedano il decentramento come una cosa positiva per la finanza, paesi come Australia, Cina e Giappone stanno cercando di ottenere una forma di controllo per dissuadere individui o gruppi senza scrupoli che ne stanno facendo un uso distorto.

E per Exchange

Un exchange è una piattaforma o sito in cui le persone negoziano (comprano, vendono o scambiano) criptovalute per altre forme di criptovalute o denaro tradizionale. Gli investitori di criptovalute possono negoziare negli exchange aprendo un conto e verificando un identificativo univoco (ID). In alcuni di questi, agli investitori non viene richiesto di aprire un conto. Tra gli exchange più popolari ci sono Coinbase, Kraken e Cex.io.

F per il Flippening

È il termine che gli osservatori del mercato usano per definire la questione secondo cui una rete di blockchain concorrente come ethereum potrebbe sostituire quella del bitcoin. Questo sviluppo si è verificato quando nel mercato sono state introdotte ulteriori criptovalute alternative per contrastare il dominio dei bitcoin. Alcuni mesi fa, ad esempio, l’ethereum ha quasi spodestato il bitcoin dal suo trono e la criptosfera ha subito mormorato riguardo al “flippening”.

G per Gold (oro)

Prima dell’ipervalutazione del bitcoin, era generalmente l’oro a rappresentare il principale rifugio per gli investitori che volevano trarre profitti in maniera sicura dal loro denaro duramente guadagnato. Ovviamente, l’oro è un bene fisico, ma è anche incline alla svalutazione. Soltanto ad agosto, l’oro è sceso di 31 dollari per via delle tensioni tra gli USA e la Corea del Nord. In quel periodo, gli investitori che volevano contrastare il rischio hanno puntato sul bitcoin, che ha goduto di un valore di negoziazione di oltre 3.000 dollari.

H per Hodl

Si tratta di un termine slang che significa “Hold On for Dear Life” (trattenere quanto più possibile) e viene utilizzato maggiormente dagli appassionati dei bitcoin che decidono di conservare le loro monete anziché negoziarle. Originariamente, si trattava semplicemente di un errore di battitura commesso da un appassionato che aveva deciso di negoziare i suoi bitcoin in anticipo. Il fan aveva finito per pentirsene quando in seguito la valutazione del bitcoin aveva raggiunto le migliaia di dollari, cosa che gli avrebbe fruttato maggiori profitti se soltanto avesse aspettato. Oggi, “hodl” significa investire o conservare bitcoin e non speculare quando i prezzi crollano.

I per ICO

Le offerte di moneta iniziale o ICO (Initial coin offerings) sono strumenti di finanziamento che coinvolgono le criptovalute. Analogamente a un’offerta pubblica iniziale, si ottiene una criptovaluta non regolamentata e di recente creazione (anziché azioni) in cambio di bitcoin o di altri altcoin di grande valore. I rischi sono alti, ma se le cose vanno per il verso giusto si viene ampiamente ripagati.

J per Jamie Dimon

Il bitcoin non è stato spesso oggetto di parole gentili da parte dei personaggi di spicco del mondo finanziario. Ma non si può negare il fatto che stia lentamente convincendo gli oppositori a dargli una possibilità. Dimon, un direttore esecutivo della JP Morgan, è stato accusato di abuso di mercato da un fan del bitcoin. Secondo Florian Schweitzer, socio dirigente della londinese Blockswater, Dimon avrebbe parlato male della criptovaluta, provocando un calo del prezzo, mentre la JP Morgan avrebbe investito in bitcoin qualche giorno dopo. La Svezia sta attualmente indagando sulle accuse, mentre la JP Morgan le ha negate categoricamente.

K per Key (chiave)

Una chiave privata è uno strumento per accedere alla propria criptovaluta. È una funzione di sicurezza per proteggere il proprio denaro digitale da furti o persino da organismi normativi.

L per Leverage

Fare trading con il leverage consente agli investitori di negoziare grosse somme, persino con capitale limitato. Questo fenomeno, molto comune nel forex, è arrivato da poco anche nel mondo delle criptovalute. Il leverage può fruttare grossi profitti. Ma è un’arma a doppio taglio: se si perde, si perde in grande. Pensateci prima di alzare la posta in gioco.

Leggi anche la seconda parte (M-Z)

 

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