Petrolio WTI: il taglio della Russia porterà slancio per raggiungere gli 82$?

13 Febbraio 2023

Ultimo Aggiornamento: 13 Settembre 2023

Il prezzo del petrolio WTI ha subito una brusca accelerazione venerdì, a seguito della notizia del taglio della produzione da parte della Russia.

Il vicepremier Alexander Novak ha annunciato che a partire da marzo la Russia taglierà la propria produzione di petrolio di circa 500mila barili al giorno.

La riduzione della produzione riguarderà solo il petrolio e non il gas.

Con questa mossa la Russia spera di “ripristinare le relazioni di mercato”, una chiara risposta alle sanzioni occidentali.

Dopo l’annuncio il future sul greggio WTI è balzato sopra gli 80 dollari al barile, per poi chiudere la sessione a 79.75 dollari (+2.66%).

Nella scorsa settimana il prezzo del petrolio è salito complessivamente di oltre l’8%.

I rialzi sono stati sostenuti dall’ottimismo sulla ripresa della domanda in Cina, che rappresenta il principale importatore al mondo di greggio.

Questa ottava sembra essere invece partita all’insegna dei ribassi; al momento della scrittura il future WTI scambia in calo di oltre l’1.5%.

Il mercato è preoccupato da un rallentamento dell’economia per via di un’altra possibile stretta della Fed dopo gli ottimi dati sull’occupazione; per questo motivo si attende con molta ansia il dato sull’inflazione previsto per martedì.

La dinamica tecnica sul greggio WTI è più che mai incerta e si naviga a vista.

Da diversi mesi ormai il mercato non riesce a superare quota 82 dollari al barile.

In caso di chiusura odierna sotto i 79 dollari aspettiamoci un retest dei 77 dollari.

Nello scenario attuale consigliamo l’apertura di posizioni long solo dopo un chiaro segnale di forza, ovvero il recupero degli 82 dollari, oppure in caso di retest dei supporti più significativi come 77, 75 e soprattutto 72 dollari.

In caso di breakout degli 82 dollari, confermato in chiusura giornaliera, sarà lecito aspettarsi un allungo fin sopra gli 85 dollari ed in estensione 89 dollari.

Ricordiamo che la struttura tecnica di lungo periodo di questo mercato è ancora debole e che quindi le salite poi costituiscono occasione per riposizionarsi short.

Solo in caso di chiusura settimanale sopra i 95 dollari al barile il trend di fondo cambierebbe in modo deciso.

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