Dax, sarà una settimana interlocutoria?

Orfane di Wall Street, le borse europee ieri si sono prese una pausa di riflessione ed hanno chiuso senza grosse variazioni.

Il future sul principale benchmark europeo (Dax) ha terminato le contrattazioni a 15.510 punti facendo registrare una variazione del -0.12%.

In questa mattinata stiamo assistendo ad una forte accelerazione al ribasso di tutti gli indici azionari; i timori sono legati all’evoluzioni della situazione geopolitica in Ucraina, che potrebbe degenerare dopo la visita di ieri del presidente Joe Biden.

Al momento della scrittura il future sul Dax scambia intorno area 15.300 punti, mostrando un calo superiore al 1.2%.

A livello grafico possiamo notare che giovedì scorso c’è stato l’ennesimo rifiuto dei 15.700 punti.

Nella precedente analisi avevamo scritto che soltanto il breakout di questo livello avrebbe fornito un nuovo segnale rialzista di tipo direzionale e che in caso di rifiuto avremmo dovuto aspettarci nuove prese di beneficio ed un retest dei 15.500 ed in estensione 15.300 punti.

A meno di clamorose notizie macroenomiche e geopolitiche in questa ottava non ci attendiamo grossi movimenti direzionali, consigliamo pertanto di preferire un’operatività intraday piuttosto che multiday.

Restiamo dell’idea che sul retest dei 15.300 punti sussistano le condizioni per riposizionarsi long con target sui soliti 15.500 ed in estensione 15.700 punti.

Il quadro tecnico di breve sull’indice tedesco resta positivo, ma se dovessimo assistere ad una chiusura sotto i 15.250 punti ed in concomitanza ad un aumento della volatilità implicita, allora valuteremo strategie di breve matrice ribassista piuttosto che rialzista, poiché aumenterebbero decisamente le possibilità di assistere ad un’estensione delle vendite e ad un retest dei 15.000 punti.

Per nuovi movimenti direzionali di una certa portata bisognerà aspettare una close giornaliera sopra i 15.700 punti o al di sotto dei 15.000 punti.

Ricordiamo inoltre che domani i mercati guarderanno con molta attenzione la pubblicazione delle minute dell’ultimo meeting della Federal Reserve, che potrebbe fornire nuovi indizi sulle prossime mosse di politica monetaria.