Il Federal Open Market Committee (FOMC) renderà noto mercoledì alle 20:00 (ora italiana) il comunicato ufficiale della riunione di dicembre, accompagnato dall’aggiornamento del Summary of Economic Projections (SEP). Il consenso di mercato resta orientato verso un taglio dei tassi di 25 punti base, sostenuto anche dalle recenti dichiarazioni accomodanti del presidente della Fed di New York, John Williams, rilasciate il 21 novembre.
Nonostante l’ampio consenso sul taglio, diverse analisi preliminari segnalano il rischio di più dissensi all’interno del Comitato, elemento che potrebbe influenzare la lettura complessiva dell’evento.
Taglio “hawkish”: il messaggio potrebbe contare più della decisione
La maggior parte degli osservatori si attende un “hawkish cut”: una riduzione dei tassi accompagnata da un linguaggio più prudente sulla possibilità di ulteriori allentamenti. In particolare, il comunicato potrebbe reintrodurre il riferimento alla necessità di valutare con attenzione portata e tempistiche di eventuali futuri aggiustamenti, formulazione che era stata rimossa a settembre.
È inoltre possibile che venga eliminata la frase secondo cui il tasso di disoccupazione sarebbe “rimasto basso”, in riconoscimento del recente deterioramento del mercato del lavoro.
SEP: pochi cambiamenti attesi, focus su crescita e lavoro
Per quanto riguarda il Summary of Economic Projections, le revisioni dovrebbero essere limitate. Il quadro più probabile prevede:
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una leggera revisione al rialzo del PIL,
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una modesta riduzione delle stime sull’inflazione core PCE,
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un aggiustamento al rialzo del tasso di disoccupazione.
Secondo Bank of America, quest’ultimo elemento potrebbe offrire alla Fed una giustificazione tecnica per procedere con il taglio dei tassi, pur in presenza di prospettive di crescita ancora robuste.
Sul fronte del dot plot, il consenso resta orientato verso nessuna modifica della mediana, che continua a indicare un solo taglio da 25 pb sia nel 2026 sia nel 2027.
Il report sul mercato del lavoro
Il report JOLTS di ottobre ha mostrato 7,67 milioni di posti vacanti, superando nettamente le attese (7,11 milioni) e risultando in lieve aumento rispetto ai 7,65 milioni del mese precedente. Si tratta del livello più elevato da maggio, con il tasso di job openings stabile al 4,6%.
Tuttavia, i dettagli del report evidenziano segnali di raffreddamento della dinamica occupazionale:
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il tasso di assunzioni è sceso dal 3,4% al 3,2%,
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il tasso di separazioni è diminuito dal 3,3% al 3,2%,
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il tasso di dimissioni volontarie (quit rate) è calato all’1,8%, minimo da maggio 2020.
Nel settore pubblico federale, a settembre si è registrato un picco nelle dimissioni (46.000), legato agli incentivi all’esodo introdotti dall’amministrazione Trump nei mesi precedenti.
Conclusione
Nel complesso, il contesto macro suggerisce una Fed pronta a tagliare i tassi, ma sempre più attenta a gestire le aspettative e a mantenere flessibilità. Il mercato del lavoro mostra segnali contrastanti: resilienza nei livelli assoluti, ma raffreddamento nei flussi, un mix che rende il meeting di dicembre particolarmente delicato per il percorso di politica monetaria del 2026.
Informazioni sull'autore: Alessio Moretti
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di: Alessio Moretti 11 Settembre 2025 10:54
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