BoE verso una possibile sorpresa dovish, Fed più cauta sui tagli

di: Alessio Moretti 3 Novembre 2025 10:44

mercati finanziari analisi

Regno Unito: i mercati sottovalutano la possibilità di un taglio dei tassi BoE

Gli operatori sembrano sottostimare la possibilità di un taglio dei tassi da parte della Bank of England (BoE) nella prossima riunione di politica monetaria. Sebbene il consenso prevalente punti su una conferma dei tassi attuali, diversi economisti mettono in guardia dal rischio di una decisione più accomodante del previsto.

Secondo Barclays, i mercati monetari stanno prezzando in modo errato la probabilità di un taglio di 25 punti base, anticipando una votazione interna alla BoE che potrebbe risultare sorprendentemente equilibrata. Anche Goldman Sachs e Nomura, citate dal London Times, ritengono che il comitato di politica monetaria britannico possa inclinare verso una linea più espansiva.

Tra gli elementi che sostengono una posizione più dovish figurano:

  • l’inflazione stabile al 3,8% su base annua, inferiore alle attese di rialzo,

  • il rallentamento dei prezzi alimentari,

  • la moderazione salariale

  • e un mercato del lavoro in fase di raffreddamento più rapido del previsto.

Tuttavia, la componente più restrittiva del comitato (ala hawkish) ha avvertito che alcuni cambiamenti strutturali nel mercato del lavoro potrebbero mantenere le pressioni inflazionistiche elevate più a lungo, innescando potenziali effetti di secondo impatto.

Il ruolo del Budget britannico: equilibrio delicato per la politica monetaria

Un ulteriore fattore di incertezza è rappresentato dal Budget del governo, atteso tra tre settimane dopo la decisione della BoE.
Qualora l’esecutivo optasse per una politica fiscale più restrittiva del previsto, l’impatto sull’economia potrebbe essere significativo.

In questo contesto, la banca centrale potrebbe decidere di rimandare eventuali interventi a dicembre, pur tenendo conto delle indicazioni provenienti dal governo, come possibili aumenti delle imposte.
L’esito della riunione di questa settimana appare quindi finemente bilanciato, con i policymaker divisi tra il rischio di un eccessivo allentamento e la necessità di sostenere la crescita.

Stati Uniti: la Fed resta cauta, focus ancora sull’inflazione

Negli Stati Uniti, il dibattito interno alla Federal Reserve rimane intenso dopo il taglio dei tassi di 25 punti base deciso mercoledì.
Diversi membri del FOMC hanno espresso preoccupazione per un’eccessiva rapidità nel ciclo di allentamento, sottolineando che l’inflazione resta sopra il target del 2%.

Il presidente della Kansas City Fed, Jeff Schmid, ha ribadito il suo dissenso rispetto alla decisione del comitato, sostenendo che:

“Il mercato del lavoro resta equilibrato, l’economia conserva un buon slancio e l’inflazione rimane su livelli elevati.”
Schmid ha aggiunto che la politica monetaria attuale è solo “moderatamente restrittiva” e che la priorità della Fed dovrebbe restare la stabilizzazione dei prezzi, anche a costo di sacrificare parte del sostegno all’occupazione.

Commenti hawkish da Dallas, Atlanta e Cleveland

Nel corso della conferenza “The Evolving Landscape of Bank Funding” a Dallas, la governatrice Lorie Logan ha riaffermato la propria preferenza per mantenere invariati i tassi nell’ultimo meeting del FOMC.
Logan ha osservato che, sebbene il mercato del lavoro stia rallentando gradualmente, l’inflazione continua a mostrare una resilienza superiore alle attese.
Secondo la governatrice, un ulteriore taglio a dicembre sarebbe giustificato solo in presenza di evidenze chiare di un raffreddamento più rapido dell’inflazione o di un indebolimento marcato dell’occupazione.

Anche Raphael Bostic (Atlanta Fed) ha invitato alla prudenza, sottolineando che la Federal Reserve deve “procedere con cautela nei periodi di incertezza”, mentre Beth Hammack (Cleveland Fed) ha affermato che avrebbe preferito mantenere i tassi invariati, richiamando la necessità di preservare un livello adeguato di restrizione monetaria per riportare l’inflazione su un sentiero stabile.

Hammack ha inoltre osservato che i mercati tendono a dare eccessivo peso al “dot plot” del SEP (Summary of Economic Projections), mentre le decisioni effettive del FOMC restano soggette a una valutazione più complessa del quadro macroeconomico.

Informazioni sull'autore: Alessio Moretti

Autore Articolo: Alessio Moretti
Laureato in Economia e Management ed esperto in contenuti finanziari e marketing digitale. Dal 2016 si dedica al mondo degli investimenti e dal 2018 collabora con TradingFacile come seo strategist e quantic Trader. IN BREVE: - Dal 2016 entra nel mondo del trading diventando programmatore di strategie automatiche; - Dal 2018 si dedica al marketing digitale e scrive di economia e finanza; STUDI: Laurea in economia e management

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