La scorsa settima i prezzi dell’oro hanno raggiunto nuovi massimi storici trainati dalla crescente aspettativa di un taglio dei tassi da parte della federal reserve.
Venerdì il future sull’oro con scadenza dicembre 2025 ha superato i 3.650 dollari l’oncia.
Il sentiment degli investitori è stato rafforzato dai deboli dati sul mercato del lavoro statunitense, tra cui un brusco calo delle buste paga non agricole, aumentate di sole 22.000 unità ad agosto contro le aspettative di 75.000 e un aumento del tasso di disoccupazione al 4.3%, il massimo degli ultimi 4 anni.
Questo scenario ha consolidato le aspettative per un taglio dei tassi di 25 punti base nella prossima riunione di settembre della Fed.
I market mover della settimana
Questa settimana tutti gli occhi saranno puntanti sui prossimi dati sull’inflazione statunitense: IPC e IPP; previsti a pochi giorni della cruciale riunione della FED.
Questi dati saranno fondamentali per confermare se le pressioni inflazionistiche si stanno attenuando a sufficienza da giustificare un taglio dei tassi. Un dato sull’inflazione più debole del previsto potrebbe pesare ulteriormente sull’indice del dollaro, giù sotto pressione, e sostenere ulteriormente il rally dell’oro.
Al contrario, se l’inflazione dovesse sorprendere al rialzo, potrebbe complicare i piani della Fed limitando così anche i guadagni per l’oro. Tuttavia, con i dati del mercato del lavoro che mostrano già chiari segnali di raffreddamento e gli operatori di mercato che scontano pienamente un taglio, è probabile che l’oro rimanga ben sostenuto, a meno che i dati sull’inflazione non cambino drasticamente le prospettive.
Analisi Tecnica: la dinamica tecnica non mostra segnali di debolezza
La struttura tecnica dei futures sull’oro rimane saldamente orientata al rialzo; soltanto la condizione di ipercomprato potrebbe, nel breve periodo, rallentare la forza del rally.
La scorsa settimana il mercato ha superato con decisione la soglia dei 3.500 dollari, un livello che in passato aveva più volte agito da solido supporto e che oggi rappresenta una base strutturale per il metallo prezioso.
Un’ulteriore area di supporto si colloca intorno ai 3.600 dollari: un ritorno al di sotto di questa soglia potrebbe indebolire il quadro tecnico e favorire prese di profitto nel breve termine. Finché le quotazioni resteranno al di sopra dei 3.600 dollari, le aspettative di ulteriori rialzi rimarranno elevate.
Molti analisti intravedono ora un chiaro percorso verso l’area dei 3.800 dollari entro il quarto trimestre. In caso di politiche monetarie più accomodanti da parte delle banche centrali, combinate con la stagionalità favorevole della domanda, non è escluso che l’oro possa puntare addirittura al traguardo dei 4.000 dollari.
Informazioni sull'autore: Alessio Moretti
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