I prezzi del petrolio hanno chiuso la sessione di lunedì in territorio negativo, condizionati dalle aspettative che le nuove sanzioni europee contro il greggio russo avranno un impatto marginale sull’offerta globale. Tuttavia, i timori legati a un possibile calo delle scorte di diesel hanno contenuto in parte le perdite.
I contratti future sul Brent hanno registrato una chiudendo a quota 69,03 dollari al barile. Parallelamente, i future sul greggio WTI hanno terminato la giornata a 65.8 dollari al barile.
Gli aggiornamenti macro globali
Venerdì scorso, l’Unione Europea ha formalmente approvato un nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia, includendo anche Nayara Energy, società indiana di rilievo tra gli esportatori di prodotti raffinati ottenuti dal greggio russo. Le sanzioni arrivano dopo le recenti dichiarazioni del Presidente degli Stati Uniti, che ha minacciato ulteriori restrizioni nei confronti degli acquirenti di esportazioni russe qualora non venga raggiunto un accordo di pace entro 50 giorni.
Anche l’Iran, altro importante produttore soggetto a sanzioni, tornerà al tavolo delle trattative sul nucleare. Venerdì è previsto un incontro a Istanbul con rappresentanti di Regno Unito, Francia e Germania.
Nel frattempo, negli Stati Uniti, il numero di pozzi petroliferi attivi è sceso di due unità la scorsa settimana, toccando quota 422. Si tratta del livello più basso dal settembre 2021, secondo i dati pubblicati venerdì da Baker Hughes.
Analisi tecnica future WTI – Martedì 22 luglio
Nella seduta odierna, martedì 22 luglio, i prezzi del future sul greggio WTI proseguono la fase correttiva e, al momento della scrittura, si attestano intorno a 65,40 dollari al barile. Il ritorno sotto la soglia tecnica dei 67,50 dollari, avvenuto la scorsa settimana, ha indebolito il sentiment degli investitori, favorendo un rinnovato clima di cautela.
L’attenzione ora si concentra sull’area di supporto chiave dei 65 dollari: una chiusura giornaliera al di sotto di tale livello rappresenterebbe un segnale tecnico negativo, aprendo la strada a ulteriori pressioni ribassiste e aumentando le probabilità di un ritorno verso i minimi di maggio in area 60 dollari.
Al contrario, un falso breakout dei 65 dollari potrebbe innescare un rimbalzo tecnico. In questo scenario, i prezzi potrebbero tentare un recupero verso la fascia di resistenza compresa tra 66,80 e 67,50 dollari. Un superamento convinto di quest’area, soprattutto se supportato da un miglioramento del sentiment di mercato o da dati macroeconomici favorevoli (come scorte petrolifere inferiori alle attese o un aumento della domanda), aprirebbe spazio a un’estensione del rimbalzo verso i massimi di inizio mese.
Sarà dunque cruciale monitorare non solo la chiusura odierna, ma anche l’andamento dei volumi e l’eventuale comparsa di pattern di inversione nel breve periodo (come hammer, engulfing o divergenze sugli oscillatori), per comprendere la sostenibilità e la direzione del movimento in atto.
Informazioni sull'autore: Alessio Moretti
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