La Fed manterrà la posizione o cederà alle pressioni di Trump?

di: Alessio Moretti 16 Luglio 2025 10:20

trump mette pressione alla fed

I dati sull’inflazione pubblicati negli Stati Uniti a giugno hanno riportato l’attenzione degli investitori sui possibili sviluppi della politica monetaria. L’indice dei prezzi al consumo (CPI) è aumentato dello 0,3% su base mensile, in linea con le attese, segnando la crescita più marcata dal gennaio scorso. Su base annua, il CPI è cresciuto del 2,7%, in accelerazione rispetto al 2,4% di maggio.

Anche il Core CPI – che esclude componenti volatili come alimentari ed energia – ha evidenziato una moderata crescita: +0,2% su base mensile e +2,9% su base annua, in leggera risalita dopo tre mesi stabili al 2,8%.

Secondo il Bureau of Labor Statistics, i prezzi dei trasporti aerei e dei veicoli (nuovi e usati) sono scesi, mentre la voce “abitazione” ha registrato un incremento dello 0,2%. Tuttavia, l’elemento nuovo più rilevante è che alcuni settori stanno iniziando a trasferire sui consumatori i costi legati ai dazi: elettrodomestici, giocattoli, articoli per la casa e attrezzature sportive hanno segnato gli aumenti più forti da diversi anni.

Nonostante questi segnali di tensione inflattiva, i mercati obbligazionari – come evidenziato dal rialzo dei rendimenti – sembrano ancora scommettere che la Federal Reserve manterrà invariati i tassi d’interesse anche nel meeting previsto a fine mese. Tuttavia, i nuovi dazi proposti recentemente dall’ex presidente Trump potrebbero esercitare pressioni sui prezzi nei prossimi mesi, rendendo più complesso il quadro per la banca centrale.

A rafforzare il timore di un’inflazione più persistente, il sondaggio manifatturiero della Fed di New York per luglio è tornato in territorio positivo per la prima volta da febbraio, con l’indice dei prezzi pagati in crescita, segno che le imprese stanno affrontando costi maggiori.

Tensione politica sulla Fed: il futuro di Powell sotto pressione

Sul piano politico, la pressione sull’attuale presidente della Fed, Jerome Powell, si è intensificata. L’amministrazione Trump ha avviato formalmente il processo di selezione per il suo successore, con il segretario al Tesoro Scott Bessent che ha dichiarato apertamente che Powell dovrebbe lasciare anche il consiglio della banca centrale alla scadenza del suo mandato da presidente nel maggio 2026 – nonostante il suo incarico di governatore duri fino a gennaio 2028.

Le dichiarazioni di Bessent hanno sollevato dubbi sull’indipendenza della Fed: “Sarebbe fonte di confusione per i mercati se un ex presidente della Fed restasse nel board mentre si nomina un successore”, ha affermato. Il timore degli operatori è che un nuovo presidente selezionato esclusivamente per attuare tagli ai tassi possa compromettere l’autonomia dell’istituto centrale.

Cina: rallentamento graduale e incertezze all’orizzonte

Nel frattempo, la seconda economia mondiale mostra segni di rallentamento. Nel secondo trimestre, la Cina ha registrato una crescita del PIL del 5,2%, leggermente al di sotto del 5,4% del primo trimestre ma comunque sopra le aspettative di consenso (5,1%).

Alcuni segnali, però, indicano un raffreddamento della domanda interna:

  • Le vendite al dettaglio sono salite solo del 4,8% su base annua a giugno, ben al di sotto sia delle attese (5,4%) che del dato di maggio (6,5%).

  • La produzione industriale, invece, ha sorpreso positivamente con un +6,8% su base annua, sostenuta da una forte espansione manifatturiera (+7,4%).

Tuttavia, ci sono forti dubbi sulla tenuta della crescita nella seconda metà dell’anno. Le esportazioni rischiano di rallentare a causa dell’impatto dei dazi statunitensi, mentre la sovraccapacità industriale continua a deprimere i prezzi. Inoltre, la crisi del settore immobiliare sta ancora pesando sul morale dei consumatori e sulla domanda domestica

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    Informazioni sull'autore: Alessio Moretti

    Autore Articolo: Alessio Moretti
    Laureato in Economia e Management ed esperto in contenuti finanziari e marketing digitale. Dal 2016 si dedica al mondo degli investimenti e dal 2018 collabora con TradingFacile come seo strategist e quantic Trader. IN BREVE: - Dal 2016 entra nel mondo del trading diventando programmatore di strategie automatiche; - Dal 2018 si dedica al marketing digitale e scrive di economia e finanza; STUDI: Laurea in economia e management

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