Cresce la tensione sul fronte geopolitico dopo le nuove dichiarazioni del presidente Trump, che ha minacciato dure sanzioni economiche contro la Russia. In particolare, il presidente Usa ha annunciato l’intenzione di introdurre dazi “molto severi”, potenzialmente nell’ordine del 100%, qualora Mosca non ponga fine al conflitto in Ucraina. Successivamente, la Casa Bianca ha chiarito che Trump faceva riferimento a sanzioni secondarie, e non a dazi in senso tradizionale.
Durante un incontro alla Casa Bianca con il Segretario Generale della NATO, Mark Rutte, Trump ha dichiarato: “Entro 50 giorni vogliamo un accordo, altrimenti introdurremo dazi molto duri, nell’ordine del 100%”. Ha parlato esplicitamente di “dazi secondari”, senza però entrare nei dettagli operativi. In passato, Trump ha utilizzato questo termine per riferirsi a misure punitive nei confronti di paesi che intrattengono relazioni commerciali con avversari degli Stati Uniti.
Secondo Matt Whitaker, ambasciatore americano presso la NATO, le misure in discussione rappresenterebbero di fatto un regime di sanzioni secondarie rivolto ai paesi che continuano ad acquistare petrolio dalla Russia. Attualmente, tra i principali acquirenti del greggio russo figurano India e Cina.
Negli Stati Uniti, il Senato sta valutando una proposta di legge, sostenuta da almeno 80 senatori, che introdurrebbe dazi fino al 500% contro partner commerciali come Cina e India qualora continuassero a importare petrolio, gas o altri prodotti energetici dalla Russia. L’applicazione effettiva di queste sanzioni resterebbe a discrezione del presidente Trump, nel caso in cui dovesse tornare alla guida dell’esecutivo.
Informazioni sull'autore: Alessio Moretti
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