Costo di un Bitcoin: l’attività di mining conviene ancora nel 2019?

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22 Febbraio 2018

Ultimo Aggiornamento: 10 Settembre 2023

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Oltre alle quotazioni del bitcoin, anche i costi dell’attività di mining sono saliti in maniera vertiginosa, sia in termini energetici che di hardware. Di seguito un breve approfondimento su quanto costa minare un Bitcoin.

 

L’attività di Mining

Effettuare un acquisto su uno dei vari Exchange presenti in rete non è l’unico modo di possedere un bitcoin; come molti già sapranno è possibile anche acquisire la proprietà di un bitcoin come ricompensa dall’attività di “mining” (estrazione).

Ricavare un bitcoin dall’attività di “mining” significa mettere a disposizione della rete la potenza di calcolo dei propri pc, al fine di effettuare le numerose operazioni richieste per validare una transazione di moneta. In cambio, ad ogni verifica andata a buon fine, i “miner” ricevono dei bitcoin.

L’attività di mining è un’attività costosa e complessa, poichè necessita di sofisticati strumenti hardware e di moltissima energia elettrica per compiere i notevoli calcoli richiesti dalla rete.

 

Quanto costa produrre un Bitcoin?

Se fino a qualche anno fa un buon computer era sufficiente per produrre (minare) Bitcoin, oggi sono necessari migliaia di processori e schede grafiche potentissime.

Per l’estrazione dei bitcoin sono stati messi a punto computer con processori specifici chiamati ASIC (application-specific integrated circuits); questi processori, oltre ad avere un costo elevato, comportano anche un alto consumo di energia elettrica.

Secondo alcuni studi effettuati, l’energia richiesta dai pc per validare una singola transazione può arrivare fino a 215 Kwh. Se si tiene conto che in tutto il mondo vengono completate circa 350 mila transazioni di Bitcoin al giorno, il consumo di energia è paragonabile a quello di alcune nazioni come Irlanda, Danimarca o Serbia.

Minare bitcoin significa quindi impiegare cifre considerevoli in energia elettrica e componenti hardware.

 

L’attività di mining conviene ancora nel 2019?

I minatori di bitcoin avranno vantaggio nel continuare le loro attività fino a quando il costo marginale di un singolo bitcoin non eguaglierà il prezzo attuale.

Va sottolineato che i costi energetici e di hardware sono in costante aumento ogni anno, mentre la ricompensa in bitcoin per tale attività è in costante diminuzione; infatti essendo limitato il numero totale di bitcoin che può essere generato, la ricompensa per aver validato una transazione è decrescente con il passare degli anni.

La ricompensa iniziale per l’attività di mining era fissata a 50 bitcoin per blocco, passata poi a 25 bitcoin nel 2012 e infine a 12.5 nel 2016; ulteriori diminuzioni sono previste nel corso dei prossimi anni.

Se il prezzo del bitcoin non dovesse continuare a salire nel tempo, produrre bitcoin diventerebbe sempre meno conveniente.

Le prime “miniere” a rischio sono chiaramente quelle istallate in paesi in cui il costo dell’elettricità risulta più elevato,  come ad esempio la Germania.

Al contrario, verranno mantenute più a lungo le istallazioni in paesi dove i costi sono minori o che hanno in dotazione impianti autonomi di energia rinnovabile.

 

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