Il prezzo del petrolio è tornato sui massimi di metà aprile dopo l’annuncio dell’Unione europea di voler ridurre gradualmente le importazioni di petrolio russo fino all’embargo totale entro la fine del 2022.
Il future sul greggio WTI con scadenza giugno 2022 ha toccato ieri un massimo sopra i 108 dollari al barile, salvo poi chiudere a 107,81 dollari, con un rialzo in termini percentuali pari al 5.27%.
Nella giornata odierna è attesa la riunione dell’OPEC, che dovrebbe vagliare un aumento di produzione di 432 mila barili al giorno per il mese di giugno.
Un aumento comunque virtuale perché queste direttive sono state spesso non rispettate e perché la maggior parte dei paesi OPEC già da tempo non riescono ad arrivare alla propria quota produttiva.
Da un punto di vista grafico possiamo osservare come gli scambi degli ultimi due mesi siano stati compressi all’interno di un triangolo, chiamato in gergo anche “pennello”, con range compreso tra 130 e 93 dollari.
Queste figure sono generalmente dei pattern di continuazione e la fuoriuscita dei prezzi al di fuori della conformazione determina una ripartenza del trend.
Con il breakout di ieri di quota 107.80 il mercato ha interrotto quindi l’impasse, uscendo dal triangolo di compressione di volatilità e fornendo un nuovo segnale di forza.
I rialzi di ieri si sono arrestati sulla resistenza a 108 dollari e nel contesto attuale un breakout al rialzo di tale livello fornirebbe la spinta necessaria per un test di quota 115 dollari, livello dove poi sarebbe lecito attendersi le prese di beneficio.
Più in alto le prossime resistenze da monitorare sono a quota 120, 125 e infine sui massimi di marzo a quota 130 dollari, la cui rottura al rialzo confermata in chiusura spingerebbe i prezzi del greggio verso i record del 2008.
Il quadro tecnico di fondo è positivo e pertanto le correzioni rappresentano in tale scenario occasione per riposizionarsi long a mercato; nel breve solo un ritorno sotto i 102 dollari fornirebbe occasione per operazioni short intraday, mentre in ottica multiday un segnale di debolezza arriverebbe soltanto in caso di breakout al ribasso del supporto chiave a 93 dollari, con primo target a quota 88 dollari.
Vediamo di seguito un’operazione aperta ieri da uno dei nostri trading system sul greggio WTI.
L’algoritmo è entrato con una prima operazione in vendita a quota 103.73, effettuando un’ora dopo una seconda operazione di stop and reverse buy a 104,44 dollari; Tale posizione è stata poi liquidata in serata a 105,44 dollari.
Il gain complessivo è stato di 3.300 dollari.
Filippo Giannini
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