Dax, il mercato tiene botta nonostante la consulta dei giudici tedeschi

Grafico Dax

6 Maggio 2020

Ultimo Aggiornamento: 21 Novembre 2023

Il principale listino tedesco chiude la sessione di ieri in leggero rialzo a 10.638 punti, +0.42% su base giornaliera.

In particolare ieri il Dax era scivolato ad inizio sessione sotto quota 10.600 dopo la sentenza della Corte costituzionale tedesca in merito alla legittimità del Quantitative Easing intrapreso nel 2015 dalla BCE allora sotto la guida di Mario draghi, prima di ritrovare il segno positivo nella seconda parte di sessione.

La consulta tedesca ha riconosciuto da una lato che il Quantitative Easing non viola il divieto di finanziamento monetario, ma dall’altro ha dichiarato con toni molto duri che la stessa banca centrale europea non ha valutato adeguatamente se il piano rispetta il principio della proporzionalità tra costi e benefici.

Per questo, entro tre mesi, la Bce è chiamata a dimostrarlo “in modo comprovato e comprensibile”, altrimenti la Bundesbank non potrà più partecipare al piano di acquisti di titoli di Stato.

La BCE di contro ha risposto che “prende nota del giudizio di oggi della Corte costituzionale federale tedesca sul Pspp (il piano di acquisti di titoli pubblici n.d.r.)” e “rimane pienamente impegnata a fare qualunque cosa necessaria, nel suo mandato per garantire che l‘inflazione salga a livelli coerenti con il suo obiettivo a medio termine e che le azioni di politica monetaria intraprese nel perseguimento dell’obiettivo di mantenere la stabilità dei prezzi siano trasmesse a tutte le parti del economia e in tutte le giurisdizioni dell’area dell’euro”, si legge nella nota, concludendo che “Nel dicembre 2018 la Corte di giustizia dell’Unione europea ha stabilito che la Bce agisce nel rispetto del suo mandato”.

Fermo restando che la decisione di oggi non dovrebbe avere impatto sulle misure adottate nel contesto dell’attuale crisi da coronavirus, come specificato dai giudici tedeschi, restano da capire gli effetti della sentenza sul margine di manovra della BCE ma soprattutto resta da capire se l’ingerenza di un singolo paese potrà condizionare l’imparzialità della BCE.

Il commissario Ue agli Affari economici, Paolo Gentiloni, è stato infatti costretto a ricordare che “la Bce è un’istituzione indipendente. La sua indipendenza è alla base della politica monetaria europea”.

Al di là dei tecnicismi il tema principale riguarda il margine di manovra della BCE nel tenere a bada gli spread e quindi nel sostenere i paesi ad alto debito come ad esempio l’Italia; Christine Lagarde ha nei fatti assicurato che il Pepp (il programma per l’emergenza pandemica) avrebbe tenuto a bada gli spread deviando dalla “capital key”, ma sono proprio queste deviazioni – che ad oggi rappresentano l’unico freno a una spirale del debito in Paesi come l’Italia – ad essere nel mirino della Corte tedesca.

Anche se formalmente i due paini Pepp e Pspp costituiscono entità separate, il grosso rischio è che la sentenza apra a un’ondata di nuovi ricorsi in Germania finendo per coinvolgere anche il ‘Pepp’, come ha dichiarato  Vitor Constancio, ex vicepresidente della Bce con Draghi.

Con il ‘Pspp’ la Bce ha finora mantenuto in bilancio i circa 2.300 miliardi di debito pubblico dei Paesi dell’Eurozona acquistato, rinnovando con nuovi acquisti i bond che man mano giungevano a scadenza e promettendo di farlo finché servirà.

E’ proprio su quest’ultimo punto che i giudici tedeschi rischiano di mettere una seria ipoteca; in tal caso potrebbe tramontare (e nessuno se lo augura) l’ipotesi che possa essere la Bce a farsi carico del conto salatissimo delle due crisi, quella del 2008 e quella attuale, tenendo il debito in eterno o persino comprando bond perpetui.

Ritornando al Dax dall’analisi tecnica su time frame giornaliero abbiamo osservato un netto rifiuto del prezzo in area 11.000 punti, con la formazione di una barra ribassista outside day ad ampio range.

Successivamente il pivot a 10.340 ha per il momento contenuto l’affondo ribassista e il successivo rally ha chiuso ieri il gap down aperto nella giornata di lunedì scorso a 10.756 punti.

In questo momento il mercato è in una sorta di limbo ed area 10.750 rappresenta il termometro del mercato; dopo il fallito attacco di ieri, una nuova mossa del mercato al di sopra di tale soglia segnalerebbe la presenza di acquirenti, in grado di spingere i prezzi potenzialmente fino a 11.135 punti.

Viceversa in caso di nuova discesa sotto quota 10.600 è probabile un allungo almeno fino a 10.430 punti.

In ottica di più ampio respiro il principale supporto da monitorare è invece a 10.170 punti; in caso di una violazione al ribasso di tale soglia, dovremmo attenderci nuova debolezza, con primo target a 9.500 punti.

Vediamo di seguito un’operazione in acquisto eseguita ieri da uno dei nostri trading system automatici.

L’algoritmo è entrato a mercato in acquisto con un contratto Dax Future dopo il recupero del supporto intraday a 10.600 punti; la posizione è stata liquidata in chiusura di sessione a 10.660 punti, con un gain di 36.5 punti di Dax Future.

operazione trading system dax

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